Il Dirigente scolastico Cosimo D’Agostino, al termine dei sei giorni di occupazione del Liceo Scientifico di Spadafora, scrive una lettera aperta agli studenti, elogiando il loro operato e il loro alto grado di responsabilità, scaturito da questa esperienza. Di seguito, la lettera:
«A conclusione di questi 6 giorni di autogestione dei “miei” studenti del Liceo Scientifico Statale “G. Galilei” di Spadafora, desidero esprimere pubblicamente il mio giudizio su tale esperienza. Non a caso ho usato l’aggettivo “miei” riferito agli allievi di questo Liceo perché ricordo bene che il primo giorno di scuola ho voluto incontrali subito tutti assieme in aula magna, prima ancora che entrassero nelle rispettive aule, e il nostro è stato un incontro breve, fatto di poche mie parole rivolte loro innanzitutto con l’affetto che può avere un genitore, ma anche con la fermezza che deve avere un Dirigente Scolastico. Allora, ho avuto subito l’impressione di avere a che fare con delle ragazze e dei ragazzi che hanno la testa sulle spalle e oggi ne ho una sostanziosa conferma. Ci siamo capiti subito allora; ancor di più continuiamo a capirci oggi. L’aver due scuole da dirigere, una a Messina ed una a Spadafora, il non poter essere quotidianamente presente, non ci ha impedito di entrare subito e di restare in quella sintonia che costituisce il fondamento per quello che ho detto loro quel primo giorno: far sì che questo Liceo di Spadafora rappresenti un forte riferimento di cultura nel territorio e che i suoi alunni avvertano forte l’orgoglio di appartenervi, di esserne anzi l’elemento qualificante. Oggi, dopo un’esperienza di autogestione di cui io e i docenti abbiamo solo potuto prendere atto e pur dispiaciuti per alcuni giorni di lezioni “tradizionali” non effettuate, devo riconoscere che i ragazzi non hanno certo perso tempo. Non desidero ovviamente e non ho la pretesa di fare in questa sede una disamina di tutto, ma certo sono rimasto colpito dai temi oggetto delle loro iniziative (mafia, lavoro, storia della scuola) e dall’organizzazione perfetta, come forse nemmeno noi adulti avremmo saputo mettere in campo. Non una sbavatura, non un solo danno alle strutture scolastiche, vuoi anche il più insignificante. Sono rimasto colpito da tante cose e mi piace citare la prima che ho colto già al primo giorno di autogestione. Tra i “laboratori” programmati ve ne era uno dedicato alla lettura. Ebbene, inaspettato, sono entrato in quell’aula: tantissimi ragazzi e ragazze, in silenzio, erano intenti a leggere libri di narrativa, classici e altro ancora, presi in prestito dalla Biblioteca della scuola la cui la responsabile ho visto quotidianamente super impegnata nel suo lavoro, oltreché nel dialogare con i ragazzi e consigliarli al meglio. Costatare che molti ragazzi amano ancora leggere libri è stata una soddisfazione non da poco. Molte altre sono state le iniziative portate avanti in pochi giorni dai ragazzi (attività di musica, laboratori di creatività, dibattiti, persino iniziative di sostegno ed affiancamento ai ragazzi disabili). Sento di condividere la loro preoccupazione per il futuro della scuola e la loro personale. Come genitore, prima ancora che come uomo di scuola, soffro profondamente le loro stesse preoccupazioni. A conclusione di questi giorni, pur dovendo esprimere la mia contrarietà e quella dei docenti per essere stati “esautorati” dall’organizzazione delle attività scolastiche, non posso, al contempo, non rivolgere ai “miei” studenti il mio encomio e la mia ammirazione per quanto hanno saputo programmare e per il come lo hanno realizzato in un clima di assoluta serenità e di quella signorilità che li ha caratterizzati e che, ahimè, non sempre caratterizza tutti noi adulti. Sono anche loro un esempio da imitare. Un grazie particolare ai rappresentanti degli studenti, ai Vice-Dirigenti, a tutti i Docenti e a tutto il Personale Non Docente del Liceo, tutti e nessuno escluso. Grazie per la loro comprensione, la loro fattiva collaborazione, la loro disponibilità, la loro professionalità, la loro assidua presenza a scuola e sempre al fianco e supporto degli alunni. Auguro a tutti i miei colleghi di poter sempre disporre di alunni come i “miei” e di poter contare sempre sul un corpo docente ed un personale ata come quelli che operano in questo liceo di Spadafora che, al di là di quello che a volte riesco ad esprimere loro e a volte no, rappresentano certamente un riferimento sicuro per i giovani che ci vengono affidati».
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