Il Comune di Messina dice “sì” allo stralcio parziale delle cartelle esattoriali. O meglio, non dice “no”. Il sindaco Federico Basile spiega il perché di questa scelta, ma lancia un avvertimento ai cittadini: «Questo non è un condono, le tasse si pagano e da domani partirà un’azione importante per recuperare queste somme». Vediamo, quindi, come funziona la norma inserita nella Legge di Bilancio 2023 e i dati sulle sanzioni e le tasse non pagate tra il 2000 e il 2015.
A sollevare la questione era stato qualche giorno fa il consigliere comunale Giovanni Caruso (lista De Domenico Sindaco). Oggi il Comune ha dato una risposta: Palazzo Zanca non si oppone allo stralcio parziale dei ruoli emessi tra il 2000 e il 2015 di importo inferiore a 1.000 euro, relativo a sanzioni ed interessi per i debiti tributari e per i soli interessi per le sanzioni amministrative, comprese quelle per violazioni del Codice della Strada. Misura prevista dalla Manovra varata dal Governo Meloni. Si tratta di una misura che va in automatico, a meno che l’Ente non si opponga.
A fare chiarezza sul funzionamento della norma è il sindaco di Messina, Federico Basile: «Il Comune non deve aderire in nessun modo a questa misura, che è automatica – spiega. La norma prevede che automaticamente venga effettuato lo stralcio parziale per i tributi locali sotto i mille euro. Il Comune può opporre diniego allo stralcio tramite delibera di giunta, che poi dovrebbe passare dal Consiglio Comunale. Si è ritenuto di mantenere la scelta del governo, cioè evitare di creare un problema alla cittadinanza».
Cosa sarebbe successo se, invece, il Comune avesse deciso di opporsi? Se il Comune portasse avanti il diniego, starebbe poi al cittadino, autonomamente, rivolgersi all’agenzia di riscossione e chiedere lo stralcio. «È una contraddizione in termini – commenta Basile. Il cittadino così supererebbe la scelta dell’Ente e si troverebbe nelle condizioni in cui per avere un diritto dovrebbe pagare. Le posizioni aperte sono tantissime. Abbiamo in ballo importi iscritti a ruolo tra il 2000 al 2015 per 45 milioni di euro. Noi abbiamo deciso, anche visti i tempi di crisi, di dare questa opportunità ai cittadini». Opportunità, precisa Basile, che «deve essere bilanciata dal fatto che comunque queste somme devono essere recuperate. Da domani parte un’azione importante per recuperare queste somme. Il cittadino non può sentirsi libero di non pagare. Il messaggio “pagare tutti per pagare meno” è importante».
«Il Comune – conclude il sindaco Federico Basile – ha fatto la sua parte perché è solido, ma deve ponderare le sue scelte, perché tra 20 giorni abbiamo la risposta della Corte dei Conti sul Piano di Riequilibio. Da dopodomani il Comune è pronto a bussare alla porta dicendo; “non mi paghi sanzioni e interessi, ma l’imposta la devi pagare”. La scelta di liberare il cittadino dall’onere l’abbiamo messa in campo per dare un segnale ai cittadini, ma i cittadini devono sapere che le somme da pagare vanno pagate».
Sui numeri è poi intervenuto l’assessore ai Tributi, Roberto Cicala: «Abbiamo analizzato il ruolo fornitoci, abbiamo verificato chi sono i contribuenti, tra di loro ci sono anche contribuenti defunti. Il 95% si riferiscono a imposte che partono dal 1996. Per capirci, 42 milioni di euro fanno capo a imposte che dovevano essere pagate dal 1996 al 2011. Gli interessi delle sanzioni sono in misura limitata rispetto al carico. Abbiamo un carico dal 2000 al 2010 che è stato azzerato nelle precedenti rottamazioni. I numeri più importanti sono dal 2011 e il 2015. Il tributo maggiormente “sofferente” sono le sanzioni del Codice della Strada e la Tari, la tassa rifiuti. Non ci sono impatto sul piano di riequilibrio. Ci attendiamo una collaborazione da parte dei cittadini».
Di seguito, il dettaglio degli importi di cui si sta parlando. Per quel che riguarda il Comune di Messina, sul podio dei debiti dei cittadini ci sono le multe per violazioni al Codice della Strada e la tassa sui rifiuti (TARI)..
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