A causa del maltempo si è allagato l’esterno del Tribunale di Messina. Per alcuni potrebbe non essere una notizia: bastano due gocce di pioggia per causare danni in città, diranno alcuni, figuriamoci il temporale di questi ultimi giorni di fine novembre.
Il punto però, al netto di campagne di sensibilizzazione contro l’inciviltà automobilistica e foto social che dimostrano quanto l’amministrazione possa essere presente nelle home dei messinesi, è che si deve agire in modo concreto per tirare fuori dal tunnel questa città, che nonostante sia la 13esima provincia italiana, sembra essere ancora un gigantesco e meraviglioso paese di campagna. In questo momento Messina è un cantiere aperto: macerie all’ex Fiera di Messina, lavori non eseguiti ma delineati da nastri arancioni, macchine senza controllo che fanno un po’ come gli pare, senza affrontare la questione del “siamo un volano per il turismo in Sicilia”. E poi la pioggia, su cui non abbiamo potere, che allaga il Tribunale: il luogo in cui tutti dovremmo sentirci al sicuro e protetti.
Se Messina, a ogni maltempo, si trova con strade ed edifici pubblici allagati, non si dovrebbe iniziare a pensare seriamente alla pulizia delle caditoie e dei tombini, alla riqualificazione dell’asfalto che altro non è che una macchia di pece piena di buchi e a un sistema di deflusso delle acque piovane? La domanda, chiaramente, è retorica.
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