L’Autorità portuale di Messina verrà accorpata a quelle di Augusta e Catania. Così ha previsto, infine, il Governo nazionale nell’ambito della costituzione delle autorità portuali di rilevanza europea. Un’opportunità di attrarre risorse comunitarie, secondo chi è favorevole al decreto che prevede l’accorpamento; un depauperamento per coloro che si erano detti contrari. Gioia Tauro in Calabria manterrà l’autonomia. Le altre realtà dell’isola e dello Stivale saranno così organizzate: Trapani-Palermo; Genova-Savona; La Spezia-Marina di Carrara; Livorno-Piombino; Napoli-Salerno; Cagliari-Olbia-Porto Torres; Taranto; Bari-Brindisi; Ancona-Ravenna; Trieste- Monfalcone; Venezia- Chioggia.
La possibilità dell’accorpamento aveva destato tanta preoccupazione nei mesi scorsi. Lillo Oceano della Cgil aveva tuonato: «Siamo alle solite, stanno scartando Messina e lo Stretto. Si stanno determinando le condizioni per togliere al nostro territorio il diritto di decidere, scegliere, valorizzare, trarre vantaggio da un sistema portuale che è condizione fondamentale e, allo stesso tempo, opportunità straordinaria per rilanciare lo sviluppo di Messina, Reggio Calabria e di tutta questa area del Mezzogiorno».
Tale decisione susciterà certamente forti reazioni in coloro chi si erano dimostrati fortemente contrari.
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