Quando sarà pubblicata la graduatoria definitiva per l’assegnazione degli alloggi alle famiglie che vivono nelle baracche di via Natale Catanoso, a villaggio Aldisio? A chiederlo è il consigliere comunale Libero Gioveni, che sollecita il presidente di Arisme, Marcello Scurria. Si tratta di 24 famiglie, evidenzia l’esponente di Fratelli d’Italia, che attualmente abitano le strutture fatiscenti situate a ridosso del torrente, con tutti i rischi che ne conseguono in caso di maltempo.
Nel compiacersi per la recente pubblicazione della graduatoria definitiva riguardante l’assegnazione degli alloggi per le ultime famiglie di Camaro Sottomontagna, il consigliere comunale Libero Gioveni chiede ai vertici dell’Agenzia per il Risanamento di Messina di accelerare le procedure per le famiglie di via Catanoso.
«La priorità assegnata per questa zona – sottolinea Gioveni – è stata dettata dal fatto che la striscia di queste casupole si ritrova proprio a ridosso del torrente Catanoso che ad ogni pioggia torrenziale fa vivere nel totale terrore queste famiglie, che rischiano seriamente di essere travolte dalla piena. Una condizione che soltanto loro conoscono vivendola sulla loro pelle, con le tante notti passate insonni proprio per la paura di avere inondate le loro precarie abitazioni con pregiudizio per la loro sicurezza».
La graduatoria provvisoria per l’assegnazione degli alloggi era stata lo scorso 17 gennaio 2022, ma di quella definitiva, a due mesi di distanza, non vi è ancora traccia: «Non si riescono ancora a comprendere i motivi di questi ritardi – segnala Libero Gioveni – posto che i famosi 15 giorni previsti per gli eventuali ricorsi siano già stati abbondantemente trascorsi. Mi auguro quindi – conclude – che così come è stato già fatto per Camaro Sottomontagna e nelle more di rimpinguare altri appartamenti attraverso l’acquisto su libero mercato, si possa procedere già da subito alla pubblicazione definitiva della graduatoria di via Catanoso e alla consequenziale assegnazioni degli alloggi agli aventi diritto per cancellare un’altra perenne vergogna presente in questa parte nascosta di città».
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