Sono 3.663 i messinesi che dichiarano “reddito zero”. Questo è il dato allarmante che emerge dall’analisi delle quasi 5 mila domande pervenute per i Cantieri di servizio e dalla graduatoria delle famiglie che hanno ottenuto l’esenzione dalla Tares, ben 2.504. Un quadro che delinea i contorni di una crisi che a Messina si può facilmente toccare con mano, soprattutto alla luce di questi numeri che raccontano quanto il termometro della povertà continui a salire in città. Sono in tanti, infatti, coloro che dichiarano di non percepire alcuna forma di sostentamento economica.
Di questa importante fetta della popolazione a “reddito zero”, 244 sono le famiglie composte da quattro o più persone; nella graduatoria per l’esenzione dalla Tares sono 943 gli aventi diritto. Per quanto concerne, invece, le domande presentate per accedere ai Cantieri di servizio, 1285 sono i giovani dai 18 ai 36 anni che hanno fatto richiesta; 1191 i cittadini dai 37 ai 50 anni; 587 gli over 50.
A questi numeri si sommano anche quelli che, solo qualche giorno fa, la Cgil aveva presentato illustrando il “4° Studio sullo stato dell’occupazione in provincia di Messina”, che avevano confermato la drammaticità della condizione economica e sociale del territorio. Nel solo 2013, sono stati 13mila gli occupati in meno e la perdita complessiva di occupazione tra il 2007 e il 2013 è stata di -28.000 unità. In generale, il tasso di occupazione nella provincia di Messina è sceso fino al 41,5% (-2,8% rispetto al 2012). Tra il 2007 e il 2013 il tasso di occupazione della provincia di Messina ha subito un drastico calo, dal 48,2% al 41,5% (-6,7%).
Dal quadro generale, la situazione che emerge è preoccupante. Per frenare il fenomeno dell’aumento della povertà, infatti, la Cgil, nel corso della presentazione dello Studio, ha sottolineato la necessità di creare, nell’immediato e a medio termine, nuove opportunità e nuova occupazione.
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