È ufficiale: il Ministero dei Trasporti ha dato il via libera a tre corse in più dei traghetti sullo Stretto di Messina e ha accettato di raddoppiare i voli per la Sicilia. È consentito, inoltre, il rientro alla propria residenza, abitazione o domicilio, ma permane l’obbligo di registrazione per chi torna sull’Isola.
A sancire l’aumento dei voli e dei traghetti per la Sicilia è il decreto firmato dal ministro dei trasporti Paola De Micheli e dal ministro della Salute Roberto Speranza, con validità fino al 17 maggio 2020.
Su richiesta della Regione Siciliana i voli giornalieri dalla Sicilia verso Roma passano da quattro a otto (quattro di mattina e quattro di pomeriggio), mentre le corse dei traghetti sullo Stretto di Messina da cinque diventano otto (dalle 6.00 alle 21.00), in ogni direzione. I controlli agli approdi di Messina saranno assicurati dalla Regione, mentre quelli agli aeroporti di Catania e di Palermo sono di competenza dell’Usmaf (Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera del Ministero della Salute).
Inoltre, il rientro alla propria residenza, abitazione o domicilio è stato inserito tra le cause di necessità che consentono lo spostamento. Ma chi torna in Sicilia da altre regioni o dall’estero, deve comunque registrarsi sulla piattaforma dell’assessorato alla Salute, mettersi in isolamento e, alla fine del periodo di quarantena, sottoporsi al tampone rinofaringeo.
A commentare la novità è il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci: «È una modifica che si è resa necessaria per far fronte al considerevole aumento di traffico a seguito dell’avvio della “Fase 2”. Abbiamo voluto rendere più agevoli, come nel resto d’Italia, gli spostamenti tra la Sicilia e il continente, consentendo di tornare a casa a coloro che, diligentemente, hanno rispettato il lockdown nei luoghi di lavoro e di studio, lontani dai propri cari».
«Nessuno, però – avverte infine il Governatore –, deve pensare che ci sia un “liberi tutti”, non è così. Ecco perché sono state mantenute tutte le misure restrittive già in atto. Non è stato facile trovare un punto di equilibrio per coniugare, da una parte, le esigenze affettive e, dall’altra, la prudenza e la cautela, d’obbligo per evitare che chi entra in Sicilia possa essere, senza saperlo, portatore del virus. Speriamo di esserci riusciti».
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Perchè non fare il tampone , o un qualsiasi altro controllo , all’arrivo e poter così essere liberi anzichè stare in quarantena per 14 giorni e fare i controlli dopo? Io attualmente ( dalla fine di febbraio ) sto in aperta campagna in Calabria, due volte la settimana esco per fare la spesa in un supermercato a circa due chilometri da casa, nel paese in cui mi trovo non ci sono stati casi di corona virus ed in tutto il territorio circostante (in base ai dati ufficiali) i casi di contagio sono stati molto scarsi. Praticamente sono in isolamento da febbraio! Se rientrassi a casa ( sono residente in prov. di Catania) dovrei mettermi in quarantena ?