Pioggia di critiche sul sindaco di Messina Cateno De Luca per la decisione di esternalizzare per 10 giorni, rivolgendosi quindi a ditte esterne, alcune delle attività svolte oggi da MessinaServizi Bene Comune. Decisione motivata dal carico di lavoro eccessivo sulle spalle della Partecipata che ha scatenato la dura reazione di Uiltrasporti, che parla di “mire di privatizzazione” da parte del Primo Cittadino e di MessinAccomuna, che definisce “fallimentare” il “metodo De Luca” per la gestione delle partecipate comunali.
Nei giorni scorsi il Sindaco di Messina ha autorizzato la Partecipata che si occupa di gestire e smaltire i rifiuti nella città dello Stretto ad affidare all’esterno per 10 giorni le seguenti attività: la raccolta di suppellettili ed ingombranti di vario genere; la pulizia straordinaria spiaggia; la scerbatura di alcuni siti urbani. La motivazione? MessinaServizi non avrebbe le risorse umane per «fronteggiare il crescente fenomeno di discariche abusive e di smaltimento illecito di suppellettili».
Ma Uiltrasporti «non ci sta»
Immediata la reazione di Uiltrasporti Messina che, tramite il suo segretario Michele Barresi, ha criticato aspramente la scelta del Primo Cittadino tuonando che: «Non ci sono ormai più dubbi sulle mire di privatizzazione del sindaco Cateno De Luca». Secondo il sindacato, infatti, l’ipotesi di affidare temporaneamente ad esterni la gestione di alcune delle attività di MessinaServizi altro non sarebbe che un primo passo verso la privatizzazione totale dell’Azienda.
«Diciamo con forza no allo smantellamento della società pubblica – ha dichiarato in proposito Uiltrasporti – che inizia ad affidare all’esterno, al momento temporaneamente, alcuni dei suoi servizi principali. È senza dubbio questa l’anticamera della privatizzazione tanto cara al sindaco De Luca. La strategia è chiarissima: indebolire la società pubblica per agevolare l’ingresso graduale dei privati. Lo avevamo già detto che il Sindaco aveva calato la maschera. Oggi non ci sono più dubbi».
Il tutto, secondo Barresi, in netto contrasto con quanto stabilito al tavolo delle negoziazioni del Salva Messina che, lo scorso autunno, avevano coinvolto tutte le parti sociali. E a questo proposito Uiltrasporti chiede conto e ragione al Sindaco delle 43 assunzioni concordate per sopperire alle carenze d’organico di MessinaServizi, ma anche delle 73 borse lavoro, per le quali sono già state pubblicate le graduatorie definitive. Proprio queste forze lavoro, ha affermato l’organizzazione sindacale, erano state arruolate per svolgere quegli stessi compiti che oggi si sta pensando di affidare a ditte esterne.
La replica di De Luca: «Barresi apra la mente»
Secca la risposta del Sindaco a Uiltrasporti. In una nota il Primo Cittadino ha smentito quanto affermato dal sindacato e ha tacciato Barresi di aver messo su una «pantomima sulla selvaggia privatizzazione» che, ha sottolineato Cateno De Luca, «non mi appartiene, ma è frutto in parte di una strategia comunale voluta dal Consiglio, che si chiama appunto Salva Messina, per la quale stiamo ottenendo buoni risultati, con buona pace di Cgil e Uil».
«Per quanto concerne l’affidamento a terzi del servizio di raccolta di suppellettili e ingombranti – ha specificato il Primo Cittadino – è in linea con tutte le società pubbliche di tutta Italia. Il buon Barresi, si faccia una bella passeggiata a Palermo, Catania o Roma piuttosto che perdere tempo a Messina per accanirsi contro presunte malefatte di De Luca. Apra la sua mente in merito alle dinamiche della gestione della raccolta del servizio urbano, sia per quella ordinaria che straordinaria».
Insomma, il Sindaco di Messina respinge al mittente tutte le accuse e sottolinea che: «L’esternalizzazione di cui si parla – sottolinea il Sindaco peloritano – non rappresenta neanche il 5% del contratto di servizi».
Le critiche di MessinAccomuna
Ma sempre sulla decisione di autorizzare MessinaServizi Bene Comune ad esternalizzare alcune delle sue attività è intervenuto anche MessinAccomuna, il laboratorio di partecipazione civica che conta tra i suoi membri diversi ex assessori della Giunta Accorinti.
«Dai bus agli “ingombranti” – ha esordito MessinAccomuna – il peggioramento degli standard o il mancato raggiungimento degli obiettivi riguardano praticamente tutti i servizi in città. De Luca non ci arriva, ma per governare una città di rango metropolitano ci vogliono competenze, esperienza, lavoro di squadra, qualità».
Secondo il laboratorio civico, uno degli errori principali compiuti dall’attuale Amministrazione per quel che riguarda MessinaServizi sarebbe stato quello di licenziare il direttore generale Aldo Iacomelli: «Un direttore generale bravissimo, colpevole di aver vinto la sfida lanciatagli presuntuosamente da De Luca, risolvendo prima del termine assegnato l’emergenza-rifiuti di dicembre – hanno dichiarato. Quelli che l’hanno cacciato hanno poi preso in giro la città dichiarando che a giugno avrebbero raggiunto il 65% di raccolta differenziata. Invece non si è fatto un passo avanti rispetto a un anno fa. I fallimenti di De Luca evidenziano la mancanza di una “visione” della città. Manca un quadro di insieme, mancano obiettivi coerenti».
Il re, insomma, secondo MessinAccomuna, è “nudo”: «Dopo un anno di gestione fallimentare, gli argomenti stranoti annunciati come novità sono meno di una foglia di fico e non coprono le nudità del re. Nudo per il fallimento e il rinvio degli obiettivi».
La replica di Giuseppe Lombardo e dell’assessore Musolino
Non è tardata, com’era naturale che fosse, la replica congiunta del presidente di MessinaServizi Bene Comune Giuseppe Lombardo e dell’assessore all’Ambiente Dafne Musolino che hanno risposto punto per punto alle accuse mosse da MessinAccomuna ripercorrendo le tappe principali dell’ultimo anno di gestione della Partecipata.
«In primo luogo – hanno esordito – si deve rammentare che a febbraio 2019 è stato approvato per la prima volta il piano economico, industriale e finanziario della MessinaServizi, passando da una gestione approssimativa ad un assetto aziendale e programmatico, con obiettivi precisi e verificabili. Inoltre, grazie al lavoro congiunto del CdA e dell’Assessore ai Rifiuti che ha sovrinteso i tavoli con i Sindacati, negli ultimi sei mesi è stata approvata anche la pianta organica dell’azienda, che prima veniva gestita replicando di fatto il sistema dis-organizzativo della Messinambiente! Di seguito, sono stati avviati e realizzati investimenti per 11 milioni di euro, in parte utilizzati per l’ acquisto di attrezzatura e materiale per la raccolta differenziata porta a porta che è in fase di consegna in questi giorni, e in parte per il noleggio di 120 mezzi nuovi in arrivo proprio nelle prossima ore».
Non solo. Lombardo e Musolino hanno sottolineato come la strategia messa in atto dall’inizio del mandato abbia impresso una «svolta decisiva» all’andamento della raccolta differenziata a Messina: «Nell’ultimo anno – hanno precisato – c’è stato l’aumento della raccolta di carta e cartone con un +13,48%, della raccolta del vetro con un +28,59%, della raccolta di plastica con un +17,23 % e della raccolta metalli con un +7,52 % ».
Su Iacomelli, invece, il giudizio dell’attuale Amministrazione appare decisamente meno lusinghiero rispetto a quello espresso da MessinAccomuna: «L’Ing. Iacomelli – hanno dichiarato –, che sulla carta vanta titoli e incarichi prestigiosi, a Messina non ha saputo gestire né l’ordinario né lo straordinario, tanto che per risolvere la crisi dei rifiuti di novembre dello scorso anno ha dovuto fare fronte ad un noleggio straordinario di mezzi, cercando di recuperare a quello che è stato un suo errore di valutazione iniziale causato dalla interruzione del servizio di manutenzione dei mezzi che, uno dopo l’altro, a causa della vetustà e dell’usura, si sono fermati generando il blocco della raccolta».
«Anche il ritardo sull’avvio della raccolta differenziata – hanno proseguito Lombardo e Musolino – che questa Amministrazione ha dovuto colmare da dicembre 2018 ad oggi, è imputabile alle distrazioni dell’ex Direttore Generale, troppo occupato a gestire il personale mediante accordi con sindacati ed i partiti politici, pur di mantenere la poltrona, invece di gestire i problemi dell’azienda».
In conclusione, hanno scritto: «Riteniamo queste accuse pretestuose che continuiamo a ricevere da sindacati, movimenti, consiglieri di circoscrizione e comunali attacchi strumentali, inutilmente pervicaci nel sottolineare carenze che sono dettate solo da momenti contingenti relativi alla riorganizzazione dell’azienda in base a nuovi servizi. C’è in atto solo un’ adeguata redistribuzione dei carichi lavorativi in base alle nuove esigenze. Siamo certi che riusciremo a sviluppare progetti innovativi con un adeguato impegno qualitativo, ma con i fatti non con le parole».
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