Cresce del 15% l’export dalla Sicilia nel 2018 e sfonda la quota dei 10 miliardi: Messina è terza sul podio delle province dell’Isola, i cui prodotti volano oltre i confini nazionali per atterrare principalmente in Turchia, negli Stati Uniti e in Spagna. A segnalarlo, i dati di Sace Simest (Servizi assicurativi e finanziari per export e internazionalizzazione), società per azioni di Cassa Depositi e Prestiti.
Prima di Messina, che si guadagna la sua posizione sul podio in Sicilia con oltre 1 miliardo e 100 milioni di euro di fatturato, si collocano in classifica solo Siracusa (6,7 miliardi di euro) e Catania (oltre 1 miliardo e 500 milioni).
Nonostante, quindi, l’economia globale sembri avere alti e bassi nell’ultimo periodo, con la Cina in rallentamento, la guerra commerciale e la Brexit in Europa, la Sicilia riesce a farsi valere sul mercato estero.
In questo quadro, quali sono i settori in cui la Sicilia risulta più forte?
Nell’isola l’export è concentrato in tre settori che da soli arrivano al 75% dell’intero fatturato:
- i raffinati, per un fatturato di 6,3 miliardi di euro;
- la chimica, che ha fatturato 1,1 miliardi di euro;
- alimentari e bevande, con un fatturato di 650 milioni.
«La Sicilia da sempre un crocevia strategico per il nostro Paese – sottolinea Alessandro Decio, amministratore delegato Sace – continua a dar prova di grande dinamismo, fronteggiando le sfide del mercato internazionale e traducendole in ottime performance di crescita. Noi crediamo fortemente che ci sia il potenziale per fare ancora meglio. Noi di Sace siamo pronti – conclude Decio – ad ascoltare i bisogni delle imprese e a mettere in campo nuove iniziative per le Pmi (piccole e medie imprese, ndr) del territorio».
Secondo lo studio di Sace, l’export siciliano potrebbe, quindi, crescere ancora. Per il 2019, i settori principali dell’export siciliano potranno puntare a un’ulteriore diversificazione sul mercato globale, rivolgendosi a zone geografiche anche al di fuori delle destinazioni tradizionali.
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