Arriva su Normanno la rubrica che ogni settimana vi darà ristoro e conforto, proponendovi eventi estivi, per tutti i gusti, in giro per Messina e non solo. Dalle mostre ai festival, dai concertini al cinema all’aperto. Uno spazio dedicato ai pigri, a quelli che si annoiano ma anche a chi ha voglia di scoprire nuovi luoghi, nuovi artisti o semplicemente ri-esplorare la città a costo zero (o quasi), giusto per citare quelli bravi. Ogni tanto ci sposteremo in provincia o in spiaggia, perché come dice Pippo Sowlo: “Anche se so’ de Avezzano. Organizzo macchinate”.
No Tengo Dinero è come quando vi ascoltate Pippo Sowlo. In queste giornate di caldo interiore in loop c’è “Ridatemi l’Itpop”. Primo disco scelto per noi da Fabio Fonfi TrentaFonfi per questa prima puntata di No Tengo Dinero.
Partiamo da Messina centro, zona Piazza Duomo. Sabato 6 luglio, dalle 19.00, alla “A’ Cucchiara” di Largo San Giacomo arriva l’inaugurazione di “Nimjat. Il muro è un nulla invalicabile”, mostra fotografica a cura di Alessandro Mancuso. Oltre cento scatti, che cambieranno ogni settimana, frutto del reportage realizzato dal fotografo messinese a Nimjat, villaggio a sud della Mauritiana, nell’Africa Subsahariana, sviluppatosi attorno al luogo di sepoltura del Marabout Sheikh Saad Bouh, morto nel 1917. L’esposizione è una riflessione sugli Haratin, gruppo nomade delle oasi del Sahara, sulle discriminazioni locali e sul concetto di schiavitù per nascita. La cosa che colpisce immediatamente di questi documenti fotografici – così come ci racconta Alessandro, che nel 2004 insieme a Katia Giannetto ha fondato la società editrice Magika – è la luce, «la luce che ti uccide, da cui difenderti, con cui convivere; un controsenso per un fotografo che vive proprio di luce. E il concetto – prosegue – che l’Islam ha del tempo, tra due ore o tra una settimana, per gli abitanti del villaggio non ha importanza». Questi due elementi, la luce e il tempo che sembrano quasi fuoriuscire dagli scatti, rimangono impressi non solo nella macchina fotografica ma anche negli occhi di Alessandro Mancuso. «A chi viene “da fuori” – ci dice – l’Africa sembra in divenire, come sul punto di essere trasformata ma tutto è fermo tra corruzione, dispotismi e disuguaglianze».
Terra, quella della Mauritania, in cui circa il 45% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno, e in cui l’omosessualità è considerata ancora un crimine.
«Spero – prosegue Alessandro – che questo lavoro ci possa avvicinare al misero destino di quei ragazzi che indossano la maglietta di una squadra di calcio come simbolo di eccentrica rispettabilità, a quell’Africa lontana dalle pagine patinate delle brochure turistiche e che ancora di più ha il diritto di essere raccontata, a situazioni che non vorremmo immaginare, che vorremmo non ci riguardassero».
L’arte, banalità d’opinione, serve anche a questo, a offrirti un punto di vista, anche solo con uno scatto che ti permetta di essere un passo più vicino a qualcosa che esiste davvero ma che ci sembra così lontano.
La mostra sarà visitabile fino al 5 agosto.
Ingresso gratuito. Per saperne di più: www.edizionimagika.it
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