Avrebbero dovuto essere consegnati entro un mese, dal novembre 2011, i lavori per dotare di una rete idropotabile e un impianto fognario l’area compresa tra Mortelle e Spartà. Quegli interventi, però, non sono mai stati avviati — dichiara Mario Biancuzzo, consigliere della VI circoscrizione — e per i residenti della zona «dissetarsi o lavarsi rappresenta un gravissimo rischio per la salute».
Infatti, «l’acqua da utilizzare per fini potabili e igienici — evidenzia il consigliere —, è emunta da pozzi trivellati senza alcun tipo di controllo. Inoltre, l’assenza dell’impianto fognante ha obbligato i residenti a dotarsi di pozzi neri, che nella maggior parte dei casi non sono a tenuta stagna, con inquinamento delle falde acquifere sotterranee, che presentano un’alta percentuale di colibatteri e colifecali».
L’ex presidente dell’Amam, Tanino Sutera — ricorda ancora Biancuzzo —, aveva dichiarato, il 9 novembre 2011, in Commissione Urbanistica e Opere di Urbanizzazione, presieduta dall’ex Consigliere Comunale Mimmo Guerrera che «entro un mese i lavori sarebbero stati consegnati».
Per arrivare poi al 9 gennaio 2013 quando, in occasione di un’altra Commissione presieduta da Guerrera, l’ingegnere Luigi La Rosa, direttore generale dell’Amam, e il dottor Giacomo D’Arrigo, avevano dichiarato all’unisono che «le opere sono state appaltate mediante cottimo fiduciario alla ditta Todaro, ma i lavori consegnati sono stati sospesi in attesa dell’autorizzazione Anas, che inspiegabilmente avanza richieste pretestuose» e che «tutte le richieste dell’Anas erano state soddisfatte».
Alla luce di ciò, «mi risulta— prosegue Biancuzzo — che l’Anas ha autorizzato la collocazione della condotta idropotabile nel lontano mese di luglio 2013, ma ad oggi non si vede alcun cenno di avvio dell’importante opera» e a causa di questa inerzia, «migliaia di abitanti corrono un reale pericolo di malattie, per l’uso di acque inquinate provenienti dai pozzi trivellati».
«È una vergogna che un’area di un alta valenza paesaggistica classificata come costa bassa —sottolinea il consigliere —, in cui sono ubicati insediamenti turistico-ricettivi e circa mille unità immobiliari residenziali, adibiti a uso transitorio o permanente, nel ventesimo secolo non sia dotata di rete idropotabile».
Intanto i residenti della zona, esasperati da questa situazione, hanno avviato una raccolta firma al fine di sensibilizzare gli Enti e le Autorità e a vedersi garantire una normale vivibilità.
Biancuzzo, ritenendo l’opera di urbanizzazione fondamentale per un corretto sviluppo della zona, chiede al sindaco Renato Accorinti e all’Assessore ai Lavori Pubblici «se l’Amministrazione Comunale intende esercitare il proprio ruolo per dotare una zona della città di un’importante opera, anche attraverso dei richiami ufficiali ai vertici istituzionali dell’Amam. Se questa Amministrazione — conclude — considera la realizzazione dell’impianto fognante prioritaria rispetto ad altre opere che seppur importanti — quali piste ciclabili e altro — non sono certamente al primo posto per la salute dei cittadini».
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