Il Movimento 5 Stelle non ha espulso il parlamentare messinese Tommaso Currò, la cui cacciata da Montecitorio era al vaglio dell’assemblea dei deputati. La colpa di Currò è l’aver presentato un emendamento sull’Oasi di Milazzo senza aver consultato il gruppo.
Gli sarebbe stata rivolta l’accusa di ‘fare campagna elettorale’, ma non solo. Il deputato è stato accusato di aver violato la legge presentando un emendamento localistico e gli sarebbe stato chiesto, di fatto, di chiedere scusa, ma il parlamentare avrebbe mantenuto il punto: “Ho fatto istituire un’area marina protetta a Capo Milazzo, ma questo basta per esser accusato di «fare campagna elettorale» a suon di emendamenti, soprattutto perché firmati insieme a Stefania Prestigiacomo, di Forza Italia.”
Semplicemente ho raccolto una vertenza segnalata dal meet-up. Non ho fatto nulla di male, non mi sono fatto pubblicità”.
Il subemendamento alla legge di Stabilità firmato da Tommaso Currò consentiva l’istituzione dell’area marina protetta di Milazzo. Aveva cercato e ottenuto i voti di Forza Italia, Pd, Ncd e Sel.
Stamani, l’assemblea ha deciso -con 23 voti favorevoli, 21 contrari e 10 astenuti- la non espulsione di Currò. Per lui soltanto una sanzione, che dovrà essere decisa dal capogruppo Federico D’Incà.
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