Non ha usato mezzi termini il commissario dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele, Salvatore Iervolino, che nella sua conferenza stanza d’insediamento ha spiegato come i prossimi tre mesi saranno all’insegna dei tagli per liberare il bilancio dal peso di quelle spese ritenute superflue. A cadere sotto i colpi della mannaia di Iervolino sono stati proprio Giovanni Renzo e Ninni Bruschetta, a cui il commissario ha riservato il più classico dei “grazie di cuore e arrivederci”.
Grazie alla revoca per l’incarico ai due direttori artistici l’Ente risparmierà 64mila euro, una cifra che Cambiamo Messina dal Basso reputa irrisoria rispetto alle reali problematiche del teatro: “Non capiamo come la situazione debitoria del teatro pubblico cittadino possa essere principalmente imputata allo sforzo creativo di Giovanni Renzo e Ninni Bruschetta il cui costante e faticoso lavoro ha assicurato anzi per due anni l’organizzazione di cartelloni prestigiosi, di forte richiamo sul pubblico e in grado di garantire all’ente sicure entrate. Un flusso di denaro certamente insufficiente a compensare non solo e non tanto le perdite derivate da alcune scelte discutibili del precedente sovrintendente Saija ma soprattutto i tagli lineari e indiscriminati operati dalla Regione Sicilia, che mai ha fatto mancare agli enti teatrali di Palermo e Catania il proprio sostegno discriminando invece pesantemente quello della nostra città”.
Per il movimento che sostiene l’amministrazione comunale è in atto un altro progetto di sfiducia, quello verso l’operato del nuovo corso che sta vivendo l’Ente Teatro Vittorio Emanuele: “Occorre aprire una profonda riflessione su ruolo e funzioni degli enti pubblici che si occupano di cultura. Non è infatti accettabile che si faccia passare un’idea di efficienza amministrativa esclusivamente legata ai bilanci in attivo derivanti dagli incassi degli spettacoli. Si rischia cosi di trasformare i teatri pubblici in puri contenitori di eventi “di cassetta”, penalizzando quelle produzioni di qualità che non arrivano immediatamente a soddisfare i gusti del grande pubblico. Non abbiamo pregiudizi verso lo spettacolo popolare e verso i grandi successi commerciali, crediamo soltanto che la funzione primaria di un’istituzione culturale debba essere quella di educare il gusto affiancando alle iniziative più popolari proposte che altrimenti avrebbero ben poche possibilità di incontrare il pubblico.Per questo siamo convinti che Ninni Bruschetta e Giovanni Renzo vadano ringraziati per il lavoro fino a qui svolto e rinnoviamo loro la nostra piena fiducia, esprimendo tuttavia il forte timore che la sfiducia manifestata nei loro confronti dai vertici regionali altro non sia che un triste corollario dell'”altra ” sfiducia. Quella che 16 consiglieri comunali stanno intentando contro l’amministrazione Accorinti. L’ennesimo schiaffo a una città che ha scelto di emanciparsi dall’influenza di padroni e padrini politici che stanno tornando alla carica per tentare di commissariarla”.
(145)