Durante le sindacature Buzzanca come Genovese o Leonardi i partiti tradizionali non avevano mai presentato una proposta del genere: Pdl e Pd lo hanno fatto oggi quando primo cittadino è Renato Accorinti. La richiesta è che il Consiglio comunale esprima il gradimento in aula su una “cerchia” ristretta di candidati, sui 76 in totale, selezionati da Accorinti per la presidenza del teatro Vittorio Emanuele. Alla proposta di Pdl e Pd, erano presenti all’incontro i capigruppo Trischitta e David insieme ai consiglieri Adamo, Parisi, Crifò, Crisafi (che è pure vicepresidente del Consiglio) e Faranda si è unito successivamente, pur non partecipando, il capogruppo dell’Udc Mario Rizzo. Trischitta: “Accorinti deve davvero dimostrare per la presidenza del Teatro di seguire una procedura differente dagli altri sindaci, se vuole distinguersi dai suoi predecessori ci ascolti, a noi sembra che stia seguendo gli stessi criteri di Buzzanca, Genovese, Leonardi”. Pdl e Pd hanno chiesto, sui 76 candidati, di proporre in aula tra i 3 e 5 candidati che espongano i loro programmi. L’aula non è competente sulla nomina e dunque il parere non sarà vincolante perché a decidere sarà sempre il sindaco. Ma suona strano che oggi, iniziativa che sotto le giunte Buzzanca e Genovese, non era mai stata avanzata, venga fatta all’amministrazione Accorinti. Di fatto è come se Pd e Pdl stessero “sconfessando” le scelte nel chiuso di una stanza degli ex sindaci di loro riferimento. E c’è inoltre da aggiungere che per l’ufficio di presidenza guidato da Emilia Barrile nessuno in aula ha pensato di sottoporre le indicazioni all’amministrazione.
Paolo David: “Il consiglio non andrà a giudicare, vogliamo collaborare, avere le idee chiare sul futuro presidente”.
Adamo: “Se il meccanismo di Accorinti è quello della partecipazione anche noi del Consiglio vogliamo esprimere un gradimento e dunque partecipare, ritengo che la proposta sarà accolta”.
Daniela Faranda, ex consigliera del Vittorio Emanuele e scelta dall’ex sindaco Buzzanca senza alcun “gradimento” dell’ex consiglio dichiara: “Il presidente del Teatro non ha poteri di programmazione, è una figura politica e istituzionale che deve ascoltare e recepire le istanze che sappiano rilanciare il Vittorio Emanuele”.
Chiarito in conferenza che il candidato Luigi Croce, uno dei 76, è solo un omonimo dell’ex commissario del Comune. @Acaffo
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