La terra nel centro Italia continua a tremare seminando terrore e distruzione, facendo scattare forte e chiaro anche l’allarme nella nostra città. Messina è da sempre un territorio a forte rischio sismico, questo è noto, ma occorre domandarsi se siamo realmente in grado di fronteggiare un evento calamitoso, ma prima ancora prevenire lì dov’è possibile farlo.
17,5 milioni di euro, ecco i fondi POS-FER 2014-2020 trovati ed impegnati per la Sicilia dal Dipartimento Regionale di Protezione Civile, grazie ai quali sarà possibile continuare il lavoro iniziato nel 2010 con la prima Ordinanza di Protezione Civile nazionale, con gli interventi che furono fatti in appena 58 Comuni siciliani, sui 282 ritenuti a rischio. Segno evidente che la Regione non è rimasta sorda davanti a questa emergenza, ma siamo al cospetto di una campana che il Comune di Messina non può non ascoltare.
Risorse utili per la microzonazione nei comuni a rischio, ma anche per una serie di interventi tecnici che sin qui non si potuto effettuare. Eppure, allo stato attuale, la notizia non è approdata negli uffici di Palazzo Zanca, dove invece l’attenzione è puntata sugli edifici scolastici messinesi. Gli esami di vulnerabilità sismica sono stati effettuati già in tre scuole, ma va detto che si è costretti a tappare le falle lasciate dal passato, vale a dire quelle di tutti quegli anni, dal 2008 in poi, in cui non si è provveduto a fare i controlli negli edifici che avevano valenza di Protezione Civile, così come invece prevedeva la normativa.
Il Dipartimento di Protezione Civile ha pubblicato un bando, in cui grazie ai fondi provenienti dai bandi del Miur sarà possibile effettuare tutte le verifiche in altri tre o quattro edifici, sempre seguendo l’iter utilizzato sin qui, ovvero che dopo le verifiche si procede al bando di gara e alla richiesta di finanziamento per gli interventi.
Un processo lungo e farraginoso, per questo motivo l’assessore Pino sta pensando ad una convenzione con gli ordini professionali coinvolti (Ingegneri, Architetti e Geologi), affinchè si possano accorciare i tempi biblici dettati dalla burocrazia.
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