Passo dopo passo, la disfatta cittadina raccontata in una lettera inviata a Matteo Renzi, i Dr di Messina e alla Regione chiedono l’attenzione del presidente del Consiglio.
Ecco il testo riportato per intero:
” Ci permettiamo di disturbarti attraverso i nostri rappresentanti all’Assemblea Regionale Siciliana, Beppe Picciolo e Marcello Greco, poiché riteniamo che (dopo noi stessi) solo tu ci possa aiutare a risollevare le sorti della nostra amata terra.
Siamo gli appartenenti al Gruppo Politico dei Democratici Riformisti, federato al Partito Democratico e rappresentanti una vasta fetta di quella che una volta veniva definita area moderata: uomini di buon volontà che amano #lapoliticadelfare.
Crediamo che tu debba e possa essere il nostro interlocutore naturale anche, e soprattutto, dopo l’elezione a Capo dello Stato dell’On.le Sergio Mattarella, siciliano come noi, che ha, nel suo primo discorso da Presidente della Repubblica, evidenziato la necessità di porre in essere quelle riforme già da te individuate e necessarie per portare avanti lo sviluppo di una Nazione che, fin troppo, ha sofferto a causa della congiuntura economica e delle scelte scellerate compiute in passato.
Nel corso del semestre di Presidenza dell’Unione Europea, appena conclusosi, il tuo Governo ha mostrato la volontà dell’Italia di cambiare passo, ponendosi alla guida di un nuovo corso che, necessariamente, deve coinvolgere tutta l’Europa.
Tuttavia, nonostante lo sguardo debba essere rivolto al Vecchio Continente non possiamo dimenticare i problemi che viviamo quotidianamente nelle nostre Regioni e sopratutto nelle nostre città che restano l’ossatura portante del Paese. In particolare nella “nostra” Messina, dove operiamo e viviamo, stiamo attraversando un momento che definire difficile è a dir poco eufemistico.
Nonostante le richieste avanzate al Governo regionale dall’instancabile Presidente Crocetta, distintosi senza paura per la politica del buon governo, oggi siamo costretti a rivolgerci a te perché non possiamo più permettere che nello scontro tra diverse ideologie, diversi modi di fare politica, diversi interessi, la nostra “comunità” continui a subire scippi che declassano la porta della Sicilia a piccola cittadina di provincia.
E non è un caso se utilizziamo il termine “comunità” perché esiste il serio pericolo che del tessuto connettivo che unisce ed accomuna una popolazione da qui a poco non rimanga più nulla e “muscoli e tendini”, senza protezione, dopo una estenuante resistenza non possono che andare in necrosi.
Messina ha subìto per trent’anni il Ponte sullo Stretto ancor prima che questo venisse costruito; ha immaginato la propria crescita, o meglio, qualcuno ha immaginato la crescita di Messina all’ombra di un’opera che, oggi, esiste solo nelle contrapposizioni tra i “No Ponte ed i Sì Ponte”.
Non è mai stata affrontata una seria programmazione che avrebbe potuto far sviluppare la cantieristica navale che, storicamente, vantava una solida storia e si è invece preferito smantellarla.
Si è preferito declassare la marineria messinese, sia mercantile che militare, attribuendo ad uno dei porti più importanti del Mediterraneo una qualifica di terz’ordine. La Marina Militare ha smantellato l’arsenale, storico presidio, a favore di Augusta, unitamente al bacino di carenaggio.
Sono stati dismessi l’Ospedale militare ed i presidi che vi gravitavano attorno, lasciando solamente aree abbandonate nel degrado più assoluto.
Le Ferrovie dello Stato hanno prima occupato gli spazi che si affacciano sullo Stretto per poi abbandonare la Sicilia e Calabria a loro stesse mantenendo, però, la proprietà delle zone che – viceversa – dovrebbero essere restituite alla Città perché è da lì che può ripartire la nuova Messina.
A tutto questo si aggiunga che non abbiamo più un attraversamento stabile dello Stretto, insomma Messina è una città di mare che, oggi, volge le spalle al mare!
Una situazione insostenibile che vogliamo affrontare accettando le sfide della “modernità” ed in tal senso condividiamo una rivisitazione delle modalità dell’attraversamento dello Stretto perché nel 2015 appare un’offesa all’intelligenza pensare di smontare un “Frecciarossa”, metterlo su un treno e poi ricostruirlo sulla sponda opposta. Chi ragiona in questi termini è chiaramente un “conservatore” che trova giovamento nel mantenere lo staus quo: oggi noi chiediamo a Rfi un nuovo approccio riguardo alla continuità territoriale (chiediamo servizi e Stazioni sulle due sponde funzionali ed in grado di far sentire il passeggero italiano di “serie A”). Le risorse disponibili vengano quindi spese per ammodernare l’esistente, restituendo ai cittadini quello che spetta loro sia in termini di spazi che di servizi.
Noi stiamo lottando contro la lenta morte della nostra Città, basti pensare alla zona falcata che, anche nelle parti storiche, risulta mero ricettacolo di rifiuti abbandonati e stiamo tentando di portare avanti un progetto di riqualificazione dell’intera area, unitamente a quelle ZIR e ZIS, che coinvolgono gran parte del tessuto produttivo di Messina.
Molti concittadini hanno compreso che il nostro progetto è quello di restituire alla città la fruizione di aree abbandonate senza che questo comporti speculazioni di qualsiasi sorta ed è la prova che quando si vuol fare si trova seguito ma, credici, abbiamo bisogno di aiuto.
Oggi il comune di Messina è sull’orlo del “default” ma a non quadrare più sono soprattutto i conti del sistema economico reale. Prova ne è il calo delle aziende operanti nella nostra Provincia che sta comportando un declassamento della storica Camera di Commercio che oggi iscrive meno di 80.000 imprese produttive.
Il sistema Messina è ormai allo stremo, una situazione sotto gli occhi di tutti che pone la tredicesima città d’Italia di fronte al baratro: ancora un piccolo passo e l’ennesima caduta sarà irreversibile.
Con questo spirito, Caro Presidente, noi ti chiediamo pertanto una diversa attenzione: a noi non piace cullarci sui problemi, cerchiamo, come te, soluzioni senza inseguire sogni irrealizzabili, anche perché non possiamo più permettercelo.
Con poche parole Vorremo poterti trascinare in quest’avventura ed insieme al tuo spirito costruttivo risollevare una città che rischia di restare solo sulla carta “area metropolitana”
Ed a questo proposito ti ricordiamo che noi crediamo fortemente nella possibilità della crescita, non solo della nostra Regione ma anche della vicina Calabria. L’Area dello Stretto è un punto d’arrivo imprescindibile: fare sistema con la vicina Reggio ed integrare i territori da Gioia Tauro a Milazzo in un’area vastissima, con potenzialità enormi che, siamo convinti, potrebbe farci diventare locomotiva di un nuovo Sud.
E’ simbolico in questa idea di nuovo Sud il progetto dell’aeroporto del Mela, che si affaccia sulle Isole Eolie e si presta ad ospitare un hub internazionale per le compagnie aeree (che hanno già dimostrato grande interesse a far diventare questo spazio una piattaforma logistica nel cuore del Mediterraneo) ed è una delle tante scommessa che vogliamo vincere insieme a te. Noi non vogliamo piangerci addosso e ti chiediamo pertanto un incontro urgente, a Roma, con i vertici del nostro movimento a te legato, affinché si possano programmare interventi seri e fattivi e non chiacchiere.
Riprendiamo in tal senso un Tuo hastag, il primo, #lavoltabuona.
Nella certezza della tua benevola attenzione e convinti come siamo che la “politica del fare” resta l’unica strada maestra per risolvere veramente i problemi”.
Salvo Versaci, coordinatore cittadino Dr
Santi Calderone, coordinatore provinciale Dr
Beppe Picciolo, deputato regionale
Marcello Greco, deputato regionale
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