Ci voleva il ministro del Lavoro Giuliano Poletti per compattare il Pd messinese. Almeno a vedere i presenti e un Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca pieno secondo i numeri messinesi dei democratici dopo la “magra” vista nel giorno del segretario regionale Fausto Raciti. C’erano tutti i big del partito. Unico assente il deputato regionale Franco Rinaldi ma al tavolo (il solo Filippo Panarello è rimasto in piedi prima di andare via per altri impegni) con Poletti erano presenti il responsabile nazionale al Welfare, Davide Faraone, Nicola Barbalace dei Progressisti democratici, il parlamentare regionale Pippo Laccoto, il capogruppo al Comune Paolo David, il segretario provinciale Basilio Ridolfo, il presidente del IV Quartiere Francesco Palano Quero, il presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile e il Renziano Alessandro Russo. In prima fila, tra gli altri, Giacomo D’Arrigo. Poletti, prima di essere ricevuto in via istituzionale dal sindaco Accorinti e dalla giunta ha detto:
“In Sicilia c’è un grande potenziale, bisogna trovare un modo per sostenere le imprese, i fondi devono andare proprio per fare impresa, perché se non c’è impresa non c’è lavoro, il governo nazionale sta dando delle risposte, lo stiamo facendo con il Piano Giovani e l’Agenzia Giovani, chiediamo alle imprese di fare la loro parte, abbiamo bisogno di lavoro fatto nella produzione, nei servizi, nel turismo, stiamo stabilendo accordi, ad esempio, con Confindustria dove i privati mettano pure risorse”.
Sulla Formazione Professionale Poletti: “Sull’inchiesta giudiziaria non dico nulla, noi vogliamo una Formazione Professionale che sia utile e che sia all’interno delle imprese in modo che i giovani entrino subito nel mondo del lavoro, noi vogliamo costruire un’Italia delle opportunità, dobbiamo superare la fase delle rendite”.
Nel Salone spazio alla politica.
Quero: “Il Pd esiste, è un Pd che è vivo e vegeto e che ha bisogno del vostro sostegno”.
Anche Accorinti è intervenuto per un saluto istituzionale e non politico visto che il primo cittadino ha già annunciato di votare per la lista Tsipras.
Ridolfo ha ricordato, tra gli altri punti, che il partito è entrato in una fase di rinnovamento e i provvedimenti del governo Renzi a favore del reddito e del lavoro hanno iniziato a dare delle risposte.
Faraone ha ringraziato coloro che hanno partecipato: “Vedo grande partecipazione e questo è un buon segnale, il rischio concreto da evitare è che il vento del rinnovamento si fermi a Reggio Calabria e non arrivi in Sicilia, anche da noi dobbiamo fermare i livelli di conservazione che ci sono, non è possibile che solo in Sicilia ci siano burocrati da 500mila euro l’anno, ci presentiamo a queste elezioni Europee con un governo che in pochi mesi ha fatto tanto e tanto farà, il centrodestra dividendosi in Fratelli d’Italia, Forza Italia e Nuovo Centrodestra è tornato a 20 anni fa, il Pd, invece, si avvia a una fase di normalità e di unità d’intenti”.
Nessun accenno al caso Genovese mentre qualcuno in platea segnalava a Faraone come del Pd faccia parte anche il governatore Rosario Crocetta. A Messina, ormai a 3 giorni dalle Europee e al prima, durante e dopo l’arresto di Genovese si intravedono i primi segni di compattezza e rilancio del partito. @Acaffo
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