L’Udc favorevole e compatto da somigliare al partito del sindaco, il Pd eternamente diviso, il centrodestra che ritrova l’unità, Cambiamo Messina dal Basso che si sfalda. Sono tanti i temi politici dopo il voto in Consiglio al Piano di riequilibrio finanziario decennale. Ciò che balza agli occhi è il nuovo distacco interno nel partito democratico e nelle liste collegate. Tra i democratici il voto è stato in ordine sparso, come se fosse un provvedimento di coscienza civile, con i capigruppo di Pd, Paolo David, e Felice Messina, Giuseppe Santalco, che si sono astenuti e altri che hanno fatto di testa loro: Donatella Sindoni, Nicola Cucinotta e Francesco Pagano, ad esempio, hanno votato a favore mentre Antonella Russo (ufficialmente al gruppo misto ma sempre fedele al centrosinistra) e Simona Contestabile hanno votato contro insieme a Luigi Sturniolo e Nina Lo Presti ormai ex Cambiamo Messina dal Basso.
L’Udc, invece, si mantiene fedele alla linea e come annunciato vota in massa a favore. Posizioni differenti nei democratici riformisti dove si sono registrate diverse assenze. Di contro Forza Italia e Ncd ritrovano l’unità perduta dopo la spaccatura nazionale a cui è seguita quella locale. Ieri in conferenza stampa il consigliere Piero Adamo di Siamo Messina, presenti l’ex consigliere Ciccio Rizzo, l’avvocato Giovanni Villari e il consigliere del IV Quartiere Daniele Travisano (Adamo ha votato favorevolmente al Piano) ha parlato di voto di responsabilità ma che il gruppo vigilerà sul rispetto dei punti indicati dall’amministrazione. “Il Comune è un ente pubblico e non è possibile ragionare come i privati, questo non è un condono per le amministrazioni pregresse – ha affermato Adamo – adesso pretendiamo che la giunta apra i cassetti dei debiti, che si faccia luce su determinate responsabilità ma bisogna onorare i debiti e riequilibrare i conti”. @Acaffo
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