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Per un punto Messina perse la social card

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«Nessun peso politico», è netto il giudizio del consigliere Udc, Libero Gioveni, che per l’ennesima volta sottolinea come Messina sia rimasta  esclusa dall’erogazione della social card.

«Non c’è altra spiegazione da dare alla perenne incertezza che ancora regna sulla nuova social card 2015 che permetterebbe ai nostri concittadini disoccupati di usufruire di un prezioso sussidio mensile compreso fra 231 e 404 euro, alla pari dei cittadini palermitani e catanesi».

Gioveni, già a luglio 2014 aveva presentato un’interrogazione sulla questione “social card” e sia nel gennaio scorso che in un “question time” del Consiglio Comunale del 30 marzo aveva anche chiesto all’assessore ai servizi sociali, Antonino Mantineo, di rivolgere ufficialmente un “quesito” chiarificatore al Ministero del Lavoro sulla possibilità di far presentare o meno le istanze alle famiglie aventi diritto, che però ad oggi risulta essere stato disatteso.

«Il Governo Renzi – spiega Gioveni – a differenza della social card erogata l’anno scorso limitata solo alle prime 12 città italiane (Messina è la tredicesima!) aveva manifestato la volontà di estendere il beneficio nel 2015 a tutte le città del Mezzogiorno ed è proprio a seguito di questa volontà che risultano oggi assai numerosi quei cittadini che chiedono di sapere se anche al Comune di Messina sia possibile presentare l’istanza per ottenere il sussidio».

«Non è infatti sufficientemente chiaro – prosegue il consigliere – a chi realmente nell’anno in corso spetterebbe la social card visto che fra i requisiti richiesti vi è, sì quello di essere residente nelle solite “12 città”, ma anche – si legge testualmente – “essere residente in una delle seguenti regioni italiane: Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Abruzzo, Molise e Campania».

Gioveni richiama anche il problema dei cantieri di servizio: «Sui cantieri di servizio, invece – afferma indignato l’esponente Udc – non ci possono essere più alibi! Due anni di agonia sono troppi per i circa 800 disoccupati utilmente collocati in graduatoria. E il silenzio e l’immobilismo di Accorinti, da cui ci si aspettava senz’altro una missione palermitana per chiedere conto e ragione di questi spaventosi ritardi, sono inaccettabili».

«I disoccupati messinesi – continua Gioveni – non sono di serie “B”, ma soprattutto non possono continuare a rimanere nel “limbo” visto che parecchi di loro, sia per la social card che per i cantieri di servizio (che ormai sono due facce della stessa medaglia), continuano a fare inutilmente la spola fra Comune, sede Inps e uffici postali per chiedere se ci siano novità positive in tal senso».

«Pertanto – conclude Gioveni – oltre a chiedere estrema chiarezza dall’Amministrazione attraverso una nota ufficiale che spieghi cosa realmente si sta facendo per perseguire i due importanti obiettivi che darebbero una boccata d’ossigeno a migliaia di cittadini disagiati, auspico, per una felice risoluzione di ambedue le questioni,  uno scatto d’orgoglio da parte del primo cittadino e quella sua stessa determinazione avuta l’anno scorso sul cavalcavia per la vicenda tir».

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