Il Comitato nazionale NO.PROROGA.RETTORI scrive una lettera al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Francesco Profumo, per chiedere un intervento riguardo la legittimità delle proroghe degli organi di governo dell’Ateneo messinese, con ipotesi di reato di abuso di ufficio a carico di ignoti.
Nella lettera si legge: «Spiace constatare che sulla medesima questione, oggetto di una circostanziata richiesta di atto ispettivo sottoposta alla Sua cortese attenzione da parte di un gruppo di docenti dell’Università di Messina, la S.V. non abbia ritenuto di pronunciarsi. Allo stesso modo è rimasto inevaso l’atto di sindacato ispettivo, presentato nel Luglio u.s. dal Sen. Giambrone, componente della Commissione permanente cultura del Senato della Repubblica e Segretario regionale dell’Italia dei Valori per la Sicilia. Intanto il Magnifico Rettore dell’Università di Messina, prorogato in virtù della legge 240/2010 per l’anno accademico 2011/2012 e prorogato nuovamente per il 2012/2013 grazie a un comma inserito nella legge di revisione della spesa dell’agosto 2012, insieme a un Senato Accademico e a un Consiglio di Amministrazione la cui permanenza in carica appare questionabile, hanno pensato bene di licenziare lo Statuto di una “Fondazione Università” all’insaputa della comunità accademica, che della nuova istituzione ha appreso solo a cose fatte. In questo caso il Ministero, con grande solerzia, non solo ha preso in esame la pratica, ma si è affrettato a dare il proprio assenso ad una operazione che oltre a costituire un precedente per la natura sui generis della Fondazione, con buona probabilità rappresenterà l’approdo dell’attuale Rettore, prossimo alla chiusura di uno dei processi penali a suo carico, a proposito delle presunte pressioni esercitate in un concorso di II fascia, a favore del figlio dell’allora Preside della Facoltà di Veterinaria che aveva bandito la procedura comparativa.
Confidiamo sul fatto che la S.V. voglia riconsiderare la propria posizione, posto che lo statuto della Fondazione messinese risulta essere stato “autorizzato dal MIUR dopo un controllo di legittimità e di merito”. A prescindere dalla questione di legittimità, ma entrando nel merito, le saremmo per altro grati qualora volesse spiegarci a chi possa giovare l’istituzione di una Fondazione che, avendo come unico socio fondatore l’Università, necessiterà per il suo funzionamento di risorse che non potranno che essere sottratte alla diretta disponibilità dell’Ateneo e dei suoi Dipartimenti.
Considerate le controversie in sede amministrativa e preso atto dell’inchiesta avviata dalla Procura, esprimiamo altresì l’auspicio che la S.V. ritenga di intervenire, invitando il Rettore e gli Organi di Governo dell’Università di Messina a revocare temporaneamente le decisioni assunte, rinviando la stipula dell’atto notarile relativo alla Fondazione, nella attesa che venga fatta chiarezza sulla questione della legittimità delle proroghe.
Qualora gli organi di governo dell’Università non intendessero desistere dai loro propositi, siamo certi del fatto che la S.V. concorderà con noi nel ritenere del tutto inopportuno che si proceda, senza attendere l’esito della imminente sentenza di primo grado, al conferimento della presidenza della Fondazione al Rettore, memori della temporanea sospensione dalle funzioni che anni addietro egli subì da parte della Magistratura, proprio in relazione alle vicende sulle quali è incentrato il processo penale che lo vede oggi imputato e che si avvia a conclusione. La delicatezza della situazione, pur nel profondo convincimento che al Prof. Tomasello debbano essere riservati tutti i diritti e le garanzie che la Costituzione Italiana attribuisce a ciascun cittadino, ci induce a sollecitare la S.V. a esprimersi tempestivamente ed in maniera esplicita in ordine alla questione, nella consapevolezza della necessità di porre il decoro delle Istituzioni al riparo da ogni ombra».
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