Elio Conti Nibali, coordinatore dell’associazione civica “Messina vuole cambiare”, scrive in merito all’area dello Stretto:
” Il prossimo confronto organizzato dalla Presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, sulla questione delle aree metropolitane, argomento su cui da qualche tempo è stato avviato un dibattito in città, potrebbe essere un’occasione importante per ragionare finalmente sulle prospettive del nostro territorio e dei suoi cittadini.
E’ importante però capire di cosa effettivamente si voglia parlare, e quale documento finale si stia pensando di sottoscrivere.
E’ stata convocata una riunione per dire alla Regione come la pensiamo sui liberi consorzi, sull’estensione delle aree metropolitane, su come delimitarne e suddividerne i poteri, cercando di trovare, con la logica dei bilancini e delle compensazioni politiche, i giusti equilibri? Oppure si vuole proporre con forza , con la volontà di andare fino in fondo, l’unico progetto di sviluppo di grande respiro che può interessare la nostra comunità?
Abbiamo tutti coscienza che Messina non è solo la nostra città, ma è l’affaccio su un luogo unico, lo Stretto, di un territorio che comprende i Peloritani, le Eolie, Taormina ?
Solo una proiezione di questa enorme area di culture, interessi, economie, tradizioni, necessità, tutta insieme, sullo Stretto, può consentire di creare vere e sostenibili sinergie con l’altrettanto ampia e ricca comunità calabrese che dall’altro lato si specchia nel mare di Scilla e Cariddi, e realizzare un incredibile salto di qualità per tutta questa macroarea, consentendo di intercettare con facilità enormi risorse economiche utili ad un definitivo e sostenibile sviluppo.
L’impegno del consiglio comunale, delle istituzioni, del mondo scientifico, se ha questo obiettivo, di puntare sull’area dello Stretto, superando ostacoli normativi e resistenze miopi, avrà il sostegno di quanti sperano davvero che ci sia un futuro per Messina e per i nostri ragazzi, ormai emigranti delusi e sconsolati.
E’ un momento che non possiamo lasciar passare senza dire chiaramente come la pensiamo, dimostrandolo con i fatti.
Certamente abbiamo una sicurezza in questi ragionamenti, oggi a Messina c’è un Sindaco che dello Stretto come risorsa, in tutte le sue declinazioni, ne ha fatto una opzione fondamentale e non negoziabile.
Un Sindaco che ama lo Stretto non per opportunità, ne’ con l’obiettivo di privatizzarne la ricchezza, ma per farne l’anima di un percorso di identità popolare, dalla quale possa rinascere spirito di appartenenza e senso civico.
Quanta differenza con lunghi periodi di disinteresse e assenza di risposte.
Quanta differenza con la visione dello Stretto come uno spazio da superare, invece che progettarlo come il terminale di processi culturali ed economici di un’area vasta e ricchissima.
Quale deve essere allora il nostro percorso, a cosa vogliamo dedicare tutte le nostre energie, dove vogliamo arrivare?
Le ipotesi legislative, prospettive asfittiche, misurabili con il bilancino per scegliere la meno peggio, se non collegate all’unico obiettivo spendibile, quello che vede nello Stretto l’unica occasione di sviluppo per i nostri territori, non potranno appassionarci, ma resteranno tema di commissioni, di convegni di addetti ai lavori che le misureranno con la solita chiave di lettura tutta nostrana : ” ma per me, che cosa c’è” ?
Noi pensiamo invece che le terre di Antonello e dei Bronzi di Riace, meritino uno scatto di orgoglio da parte di tutti, per fare di quest’area un insieme di diversità, che si scontrano ma confluiscono, si allontanano e poi si associano di nuovo, come le correnti del nostro mare, il mare di Scilla e Cariddi, fanno ormai da millenni.”
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