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Lettera aperta di Fragale su Pd Messina

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4' min di lettura

pd logoIn un momento di tensioni, contraddizioni e polemiche, Emilio Fragale, ex city manager del Comune di Messina ed esponente del Pd, affida ad una lettera le proprie considerazioni sulla situazione del Pd messinese.
Riportiamo di seguito il testo della lettera.
“Care compagne e amiche,
cari amici e compagni del PD,
registro la bagarre di questi giorni ne’ incredulo ne’ rassegnato.
Non mi sorprende l’asprezza dei toni di impeto. Mi amareggia la volgarita’‎ pre-meditata. Apprezzo chi professa un credo. Disdegno espressioni che feriscono e lacerano sensibilita’ diverse.
Non demordo dall’invito “Avanti, Popolo, Unita’”. Constato la realta’. ‎Comunque… non mi adeguo nella precostituzione di parte.
Mi scuseranno coloro che sono intervenuti sui social se ho perduto qualche battuta. Non ho profilo FB ( … e meno male). Ammetto che probabilmente cederei alla tentazione del “trash” per qualche “mi piace” o qualche “condivisione” in piu’.
Sommessamente ritengo (piu’ che infausta) puerile in ciascuno di noi la convinzione di poter offrire versione autentica di linea, direzione, condotta valoriale, progettuale, programmatica del Partito.
Nel PD, si intende in quello locale (essendo questa la dimensione del mio agire) ho avversato (spesso risultando sconfitto) la dicotomia tra idee e numeri‎, rappresentanza e rappresentativita’, voti e consensi, tessere e relazioni, ostentazione muscolari e elucubrazioni cerebrali.
Non ho mai fatto mistero di indigestione sia per capi-elettori ri-vestiti di ruoli nelle istituzioni ‎sia per rottamatori pie’ veloci in corsa per salire su treni vincenti. Ai primi mi sforzo di chiedere se continuano a sentirsi adeguati. Ai secondi mi sforzo di chiedere se il Caro Rottamatore Leader sia adeguato per testimoniare la volonta’ di un PD agibile e di un Paese che scommette sul merito e sulla competenza. Pregasi omettere risposta in mancanza di senso del limite. Immagino molte risposte.
Comunque sia… comprendo che ci troviamo in fase pre-congressuale.
Tuttavia, il tema emergente su chi sta fuori o dentro oppure su chi “sta sopra ” e chi “sta sotta” (ripeto “sotta”) mi sembra inappropriato.
‎Fermo restando un richiamo ad uno stile che anche quando diretto non puo’ che essere improntato alla efficacia della eleganza o almeno alla eloquenza della educazione, a me pare impropria ogni convocazione di sante crociate, ogni invocazione di epurazione, ogni richiamo eticheggiante.
Non mi sembra demode’ ne’ decadente ne’ melenso trarre occasione propizia per metabolizzare o esorcizzare un deficit di contaminazione nella genesi democratica‎ rivendicando momenti di incontro e dibattito per amplificare cio’ che unisce e ammortizzare cio’ che distingue.
Congressi e appuntamenti elettorali non possono essere traguardati con intento ad escludendum… uno restando il simbolo per eletti e non eletti, maggioranze e opposizioni interne.
Ho imparato nella e dalla tragedia classica a non ricercare la contrapposizione tra bene e male ma la conflittuale dialettica tra liberta’ e necessita’. Puo’ anche rappresentarsi la tragica bellezza del PD ma non anche il mettere in scena una tragicomica commedia dell’assurdo.
Quell’assurdo per inveterato tafazzismo per il quale restiamo tagliati fuori dai tavoli decisionali‎ e nessuno dice niente; che diciamo niente su cio’ che conta per la citta’ e i territori di Messina e pontifichiamo sui massimi sistemi.
Ora e’ possibile immaginare un percorso alto e altro?
Possiamo ammettere che vi e’ valore che non e’ seduto su alcuna sedia, poltrona o scranno? Che vi e’ solitudine in chi siede in un civico consesso o in un consiglio regionale? Che il commissariamento del PD di Messina e’ una sconfitta per tutte le componenti?  
‎Che occorre imprimere una svolta di civicita’ alle prossime esperienze amministrative per contrastare supponenti anarcoidi? Che il PD deve essere preparato a resposanbilita’ di governo? Che alla comunita’ non interessano meri regolamenti di conti se non si contendono proposte e contenuti? Che il PD locale conta se la citta’ di Messina conta?
Emilio”

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