Dal 2001 al 2012 i beni sequestrati alle organizzazioni criminali ammontano, a Messina, a 1 miliardo 129milioni 860 mila euro. E’ uno dei numeri resi noti dall’incontro che il candidato sindaco di “Cambiamo Messina dal Basso”, Renato Accorinti, ha tenuto nel salone della Chiesa Santa Maria di Gesù a Provinciale. Si è discusso di legalità, di mafia e del suo contrasto nell’incontro che ha fornito uno spaccato di come Messina non sia per nulla “babba” e che ancora oggi la criminalità organizzata controlli il territorio e continui a fare affari. “Per sconfiggere la mafia – ha detto Accorinti – serve uno scatto culturale, dobbiamo realizzare i Centri culturali. Ci dicono che non ci sono i soldi e i posti? Ci sono le scuole che sono di proprietà del Comune, faremo iniziative culturali lì dove c’è bisogno di contrastare la criminalità organizzata, penso a un Centro culturale in ogni villaggio”. Il giornalista Antonio Mazzeo, che ha destinato parte della vendita del suo libro “I padrini del Ponte” alla campagna elettorale di Accorinti, ha affermato: “Io mi schiero con Renato, il non schierarsi è servito a strutturare in città l’accordo tra la borghesia mafiosa e il partito unico messinese”. Mazzeo si è detto dispiaciuto dell’accordo di Sel con l’Udc all’interno del centrosinistra attaccando pesantemente il duo Genovese-D’Alia, che già dai tempo dello zio per il primo, Nino Gullotti, e del padre per il secondo, controllavano politicamente Messina. “Dieci anni fa – ha proseguito Mazzeo – c’era ancora chi s’indignava che fosse associato il termine mafiosa a Messina, oggi abbiamo superato questo stupore ma nonostante la controinformazione fatta nel 1997 e nel 98 all’Università vedo che l’Università è ancora peggio rispetto a 15, 16 anni fa, l’Università è una realtà immutabile, la borghesia mafiosa si è sviluppata all’interno dell’Università e nel contorno di tante opere con in testa il progetto Ponte”. Gianluca Manca, fratello di Attilio, anche lui ha speso parole di sostegno alla candidatura di Accorinti: la “battaglia” di Renato è anche contro pezzi deviati delle istituzioni, Messina non è certo una città babba, voglio ricordare le parole del procuratore capo Lo Forte sui rapporti tra Barcellona Pozzo di Gotto e Messina come lo era Corleone con Palermo. “Pensiamo alla condanna amministrativa con sanzione da 800 euro per il procuratore generale Cassata – ha proseguito Manca – per la calunnia ai danni del professore Parmaliana, sembra nulla e invece è un’onta”. Manca ha richiesto ad Accorinti di creare un assessorato alla Legalità soprattutto per controllare le istituzioni e sottolineato che negli ultimi 20 anni soltanto 4 sono stati a Messina i beni confiscati alla mafia. Spazio al comitato Addiopizzo con Enrico Pistorino che ha evidenziato come il gruppo abbia chiesto a tutti i candidati di esprimersi su Legalità e lotta alla mafia e che al momento ha risposto solo Accorinti. Sono 50 dal 2011 a oggi gli esercizi commerciali che hanno detto no a Messina al racket e posto in risalto alcune importanti operazioni delle Forze dell’Ordine in zone a rischio come Mangialupi dove l’assenza della Politica è molto “forte”. Addiopizzo, tra i soci anche il parroco della Chiesa Santa Maria di Gesù, Don Terenzio Pastore, ha proposto ad Accorinti il codice etico per le imprese iscritte negli albi di fiducia e da eliminare se pagano il pizzo, la premialità per le aziende che denunciano le estorsioni, l’osservatorio comunale antimafia”. Anche Annamaria Garufi, responsabile della Lelat, si è schierata con Accorinti e ha ricordato gli anni di lavoro insieme a Mangialupi per recuperare i figli dei mafiosi e organizzare le iniziative antimafia. @Acaffo
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