Le ville confiscate di Sparacio e Alfano. “Anomalie nei Bandi di affidamento in concessione”. La denuncia di Interdonato che ipotizza “Corsie preferenziali”

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confiscabeni“Due ville confiscate alla mafia, due bandi pubblici per l’affidamento in concessione,un percorso anomalo per aggiudicarsene la gestione”. E’ quanto segnala il consigliere della terza circosscrizione Santi interdioinato, che in una nota inviata al Commissario Croce, al dipartimento Patrimonio e Demanio del Comune, al Consiglio Comunale e alla Sesta Circoscrizione, lamenta quanto segue:

“Da giorno 21 dicembre 2012 sono disponibili, sul sito del Comune di Messina, ed affissi all’Albo Pretorio, due bandi pubblici per l’affidamento in concessione di 2 beni confiscati alla mafia ed oggi nella proprietà del Comune di Messina, entrambi ricadenti nel villaggio Rodia.
Si tratta di una villa confiscata a Sparacio Luigi,di circa 400 mq. e di un’altra villa, in contrada Marmora, confiscata ad Alfano Michelangelo, su un terreno esteso di circa 2085 mq.
Due beni di una certa rilevanza- prosegue Interdonato – nei quali attraverso il bando pubblico si intenderebbe promuovere “Interventi tesi alla valorizzazione di beni confiscati alla mafia al fine di facilitare l’accessibilità e la fruizione da parte della collettività e favorire la promozione di imprenditoria turistica e occupazione sociale giovanile”.
I soggetti giuridici ammessi a partecipare consistono esclusivamente in comunità, enti, associazioni, organizzazioni di volontariato, iscritte all’albo tenuto presso l’Assessorato Regionale EE.LL. nonché cooperative sociali ed associazioni ambientaliste.
Trovo anomalo – sottolinea il consigliere – che due bandi di tale rilevanza siano stati pubblicati in data 21 dicembre 2012, proprio a ridosso di Natale e che la scadenza per la presentazione delle richieste sia stata fissata alla data del 7 gennaio 2013.
Si tratta di un lasso di tempo pari a soli 17 giorni ai quali, essendo nel periodo coincidente con le festività natalizie vanno, evidentemente, sottratti tutta una serie di “rossi” riportati sul calendario, coincidenti con le domeniche e le ricorrenze di Natale, S. Stefano e Capodanno.
Questo tipo di scelta è da considerarsi del tutto inopportuna in quanto in termini di efficacia amministrativa produce forti limitazioni, sia ai fini della reale pubblicità dell’avviso, sia in ordine alle capacità di partecipazione da parte dei soggetti cui l’avviso è diretto.
Per la grande maggioranza dei potenziali interessati sarà molto difficile elaborare adeguatamente proprio in un periodo di tempo talmente limitato la c.d. “Offerta – Progetto”, con gli importanti requisiti tecnici ed economici previsti dai bandi.
Basti pensare -precisa Interdonato – che per la ristrutturazione dei due immobili sono stati calcolati dai tecnici comunali costi che oscillano rispettivamente tra 75.000,00 e 125.000,00 euro per l’uno e tra 250.000,00 e 300.000,00 euro per l’altro (relazione tecnica allegata ai bandi). È probabile che per fornire le garanzie finanziarie richieste per la ristrutturazione e l’adeguamento dei beni – aspetto cui il bando riserva la possibilità di conferire un punteggio massimo di 50 sui complessivi 100 punti per gli altri requisiti richiesti – gli enti “no profit” partecipanti alla gara potrebbero trovarsi nella naturale condizione di dover ricorrere a forme di garanzia bancaria o accesso al credito, strumenti finanziari frequentemente impiegati nell’ambito delle attività di impresa.
Ebbene, per la concessione di strumenti di questo genere è solitamente necessario un certo lasso di tempo che difficilmente potrà essere corrispondente a quello minimo previsto dagli avvisi pubblici di cui trattasi”.
Per il Consigliere, infine, occorre fugare la nascita di sospette “corsie preferenziali” verso cui indirizzare pochi soggetti privilegiati.

“Urge porre rimedio”- conclude Santi Interdonato – e chiede al Commissario Croce di intervenire prontamente disponendo una proroga di almeno gg. 15 al termine di scadenza fissato nei bandi.

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