Anche Messina ha dato la propria disponibilità a ospitare le salme dei migranti deceduti durante la traversata del Mediterraneo. La proposta dell’Amministrazione di tumulare nei cimiteri cittadini le spoglie dei profughi ha suscitato, però, qualche polemica in particolar modo per la questione, mai risolta, del sovraffollamento che già interessa i cimiteri cittadini. Il capogruppo dei Dr, Elvira Amata, riflette sulla vicende e scrive in una nota:
«La tragedia che si sta consumando al largo delle nostre coste tocca nel vivo le corde più profonde dell’animo del popolo siciliano. La Sicilia ha vissuto per lungo tempo il dramma dell’emigrazione e non è possibile mostrarsi indifferenti di fronte alle vicende di questi giorni. Per noi non si tratta di stranieri in quanto la loro storia è la nostra storia.
Apprendiamo che il Sindaco Accorinti ha proposto di accogliere nei Cimiteri cittadini una parte delle salme rinvenute in mare. Mi chiedo tuttavia come abbia intenzione di dare seguito a quella che non vorrei, vista la gravità della questione, rimanesse un’altra sterile enunciazione d’intenti. Risulta infatti che, a causa dell’inattività della Giunta, al momento giacciano nel deposito del Gran Camposanto diverse centinaia di salme in attesa di una degna sepoltura. Chiedo pertanto al Sindaco che fine abbiano fatto tutti i progetti che riguardavano l’ampliamento dei diversi Cimiteri della città. Erano stati infatti approvati i Piani Regolatori degli Ampliamenti di vari Cimiteri: 3.800 nuove sepolture previste per il sito di Faro Superiore; 11.000 per il sito di Castanea; 2.700 per il sito di San Paolo. Esisteva anche un progetto esecutivo per l’ampliamento della Piramide all’interno del Gran Camposanto che necessitava soltanto della copertura finanziaria. Mi auguro che questa sia l’occasione per sollecitare finalmente l’interesse e l’attenzione dell’Amministrazione Comunale su un tema delicatissimo che sta a cuore a tutta la cittadinanza».
La questione delle salme dei migranti ha dunque riacceso i riflettori su una questione critica che, purtroppo, ancora esiste in città.
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