Alle elezioni comunali 2013 era la candidata sindaco del Movimento Cinquestelle. A un anno di distanza Maria Cristina Saija ci riprova con le Europee. Per Palazzo Zanca non ottenne dei risultati confortanti. Oggi dice: “Queste Europee sono importantissime, decideranno il futuro del nostro Paese, l’Europa ha fatto delle politiche di annullamento delle nostre economie che condanneranno a morte i nostri territori, pensiamo all’accordo per la fornitura di arance dal Marocco, una legge che mortifica il nostro territorio specializzato nell’agricoltura, dev’essere discusso il concetto stesso di Europa, devono prevalere i concetti di solidarietà e di sostegno”.
Messina con i Cinquestelle si è divisa. Ha sostenuto il gruppo di Grillo alle Politiche, molto meno alle amministrative. La Saija risponde: “Vi posso dire di avere fatto tra Sicilia e Sardegna 150 tappe, basta guardare le foto dei comizi di Grillo, c’è un tappeto di gente con noi, a Messina c’è chi ha devastato la Formazione Professionale e non solo a Messina ma in tutta la Sicilia, non penso che la gente sia ancora disposta a farsi rappresentare dalle solite forze politiche che hanno dimostrato complicità”.
In caso di elezione la Saija ha come priorità l’abolizione del Fiscal Compact e dell’accordo con il Marocco sulle arance.
I Cinquestelle non hanno candidato alla presidenza della commissione Europea e gli eletti andranno a far parte del gruppo misto: “Abbiamo individuato negli altri Paesi formazioni che hanno le nostre stesse idee, non si parla di singolarità di idee ma di problemi che sono comuni sia in Francia che in Inghilterra, porteremo in Europa diversità politiche e unità d’intenti per risolvere i problemi”.
Sulla giunta comunale Accorinti, avversaria anche dei Cinquestelle e della Saija nel 2013 l’esponente dei Cinquestelle dà un giudizio: “Abbiamo chiesto all’amministrazione di fare alcune cose, abbiamo presentato alcuni progetti ma in realtà non abbiamo avuto un grande riscontro, io dirò sempre fino all’infinito che l’unica arma per chi voleva veramente cambiare dal basso era il dissesto economico così da ripartire dalle fondamenta, diciamo che c’è un minimo cambiamento visivo ma la sostanza è rimasta la stessa”. @Acaffo
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