I Progressisti Democratici mettono sotto la lente d’ingrandimento l’azienda trasporti. Il consigliere comunale Santi Daniele Zuccarello ha consegnato una nota in cui sollecita l’amministrazione Accorinti a dire chiaramente cosa vuol fare dell’azienda trasporti:
“A distanza di dieci mesi dall’insediamento dell’amministrazione, sul fronte Atm si registra un preoccupante silenzio ed un clima di confusione tale da evidenziare sia la mancanza di un indirizzo strategico chiaro che di una efficace comunicazione tra chi è stato posto alla guida dell’azienda e chi amministra.
L’unico atto certo e ufficiale finora continua ad essere la delibera della giunta Buzzanca del febbraio 2012 e relativa alla liquidazione dell’Atm. Da allora fino ad oggi, al di là di una lunga catena di commissariamenti, non si è registrato nessun nuovo provvedimento. Non sappiamo cosa questa amministrazione stia pensando in merito al presente ed al futuro dell’azienda, né quali siano le strategie a medio e lungo termine, né che cosa si intenda fare con la delibera di Buzzanca. In quasi un anno di amministrazione Accorinti l’unico atto ufficiale che riguarda il futuro dell’Atm è la parte del piano di riequilibrio decennale nella quale si ipotizza un risparmio di 55 milioni di euro per l’azienda nell’arco dei prossimi 10 anni: un puro esercizio matematico che appare più un libro dei sogni che una strategia economica. Al momento infatti non abbiamo alcuna notizia del piano industriale e del contratto di servizio del quale si sono perse le tracce da tempo. E’ preoccupante ritenere quell’annuncio di un risparmio da 55 milioni di euro l’unica risposta al futuro dell’azienda, perché chi conosce l’Atm sa bene che non basta sommare l’aumento del chilometraggio e dei mezzi per ottenere più risorse dalla Regione e sanare i conti. Il costo del personale in un anno è di 21 milioni e 900 mila euro ed è una voce che andrà ad aumentare perché il contratto è fermo da 4 anni e dovrà essere rinnovato. Senza un piano industriale che indichi la strategia dell’azienda e senza un contratto di servizio propedeutico, quel piano di riequilibrio resterà un mero esercizio matematico. Dietro questi 55 milioni di euro non c’è alcun progetto, è una semplice somma che potrebbe, alla luce dei fatti, rivelarsi una cifra errata per difetto o per eccesso. E’ il silenzio su questo progetto che preoccupa.
Se davvero l’amministrazione vuole inaugurare un percorso diverso, allora l’unica strada è ritirare la delibera Buzzanca del 2012 con la quale si stabiliva la liquidazione dell’azienda.
Mi aspetterei poi che un assessore così attento alle tematiche dei trasporti come Cacciola non trascuri più oltre il rapporto con il Consiglio Comunale e venga in Aula a dirci chiaramente quali sono i suoi progetti per l’Atm.
Preoccupa che si continui, dopo 5 commissariamenti, a tirare a campare, mentre si fa sempre più evidente il clima di confusione e di mancanza di comunicazione tra le parti. Prova ne è che mentre il commissario Manna bandisce la selezione per il direttore generale, l’amministrazione lo ritira. Stessa confusione che regna negli uffici e nei rapporti tra i dirigenti, come emerge dalla vicenda di un contratto di servizio che sta diventando un miraggio. Come cittadino e come consigliere mi chiedo come l’amministrazione immagini il futuro dell’azienda, come intenda coprire i debiti e come rilanciare il servizio. Dirci solo che con più chilometri e mezzi risparmierà 55 milioni di euro in 10 anni è riduttivo e fuorviante, perché un’azienda non è fatta solo di autobus, ma di costi e di spese che devono essere chiaramente individuati per evitare di trovarci un buco ben più grande di quanto ci si aspettava.
Per sgomberare il campo da ogni ambiguità ed ostacolo bastano due semplici passaggi: l’amministrazione ritiri subito la delibera Buzzanca e l’assessore Cacciola porti in Aula le linee strategiche per il futuro della società.
Del resto non possiamo rinviare ogni decisione ed ogni soluzione ad una fanto-matica Multiservizi che al momento sembra ancora una scatola vuota di cui nessuno conosce il contenuto né i tempi. L’Atm e la città non possono aspettare oltre”.
Il gruppo dei Progressisti Democratici ha mostrato in slide il loro pacchetto di proposte per rilanciare l’ente. Documento che consegneranno alla giunta municipale.
Di una preparazione storica sull’Atm Letterio Frisone, già Revisore dei Conti dell’azienda di via La Farina, che ha sottolineato come dalle due settimane di sciopero consecutivo all’Atm siano trascorsi più di sei anni e nessun atto concreto è stato fatto, che il deficit tra costi e ricavi è di appena il 14% contro la previsione di legge che parla del 35%, che sta per essere nominato – secondo indiscrezioni – un manager da 170mila euro l’anno.
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