
“Perché – riprende il deputato regionale del Pdl, anche a nome degli altri due coordinatori – lo stesso presidente dell’Ars decide di sottoporre la sua calendarizzazione in consiglio di Presidenza non prima del prossimo 25 settembre. Perché questi tempi lunghi?”.
“Dunque, in attesa che si risolva questo grottesco thriller, fermi restano tutti i nostri distinguo, il nostro grido d’allarme e i nostri dubbi sulle conseguenze negative che l’accorpamento apporterebbe, a cominciare dalla stessa qualità della vita, visto che questi comuni, oggi nel mirino della riforma, da luoghi ove si vive una dimensione… umana e ancora individuati quali rifugi per una fuga temporanea e rigeneratrice dalla frenesia della vita in città, si trasformerebbero in aree periferiche e condannate a quell’inevitabile degrado che caratterizza ogni periferia. Comunque, riforma oppure riforma della riforma, noi siamo sempre dalla parte dei cittadini e, in questo caso, dei piccoli comuni”.
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