Genovese. Carbone: “Il Pd non è un tram su cui salire o scendere a proprio piacimento”

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La risposta del Commissario del Pd di Messina, Ernesto Carbone, al passaggio di Francantonio Genovese a Forza Italia. La riportiamo integralmente:

“Ho sempre creduto nella politica come servizio. Ecco perché condanno senza se e senza ma chi si serve di questa nobile arte per fare carriera. Per crearsi un impero di potere e di consenso fine a se stesso e non per il bene della comunità che si ha il dovere di rappresentare.

La parabola di Francantonio Genovese non si è consumata due anni fa alla Camera. Il giudizio sull’uomo può darlo, in ultima lettura, solo la magistratura. Ma il giudizio sul politico , quello si – permettetemi di dirlo- oggi posso esprimerlo anch’io. Il Pd non è un tram su cui salire o scendere a proprio piacimento. Il Pd è un partito che ha al suo interno regole chiare e precise. Che si compone di un codice etico che merita di essere osservato da chi decide di iscriversi tra le sue fila. Un codice che va rispettato ancor di più quanto più è alta la carica elettiva e rappresentativa che si ricopre. Una responsabilità enorme che investe tutti noi dirigenti. Noi che prima di far pronunciare il partito sul nostro “presunto” operato dovremmo avere la forza e il coraggio di fare un passo indietro. Un passo per spazzare via , il più lontano possibile, quella notte buia di Hegel che vuole tutte le vacche nere, uguali. Un’oscurità in cui non c’è più né bene e né male, dove muoversi vuol dire brancolare attendendo una luce che chissà se arriverà mai. A noi dirigenti del Pd, dicevo, il compito di allontare questa immagine. Non siamo tutti uguali, né i politici e né i partiti. E quel passo indietro, quel restare ai margini in un momento buio, in un momento difficile per tutti, non solo per Genovese, sarebbe stato doveroso – nel più totale garantismo- a non creare alibi e chiacchiere inutili.

Ma evidentemente non era questo il caso di Genovese. E il passaggio a Forza Italia lo ha dimostrato. Non importa in quale partito. Sotto quali valori e abbracciando quale programma. L’importante è poter esserci. Continuare ad esercitare il proprio potere, poter continuare a muovere i fili di una città che – è bene che tu lo sappia – non ha più intenzione di fingersi un burattino nelle mani del proprio Mangiafuoco.

Il vuoto lasciato a Messina è molto più che un vuoto politico. È stato un vuoto di idee, di slancio, di rinascita. Una città ripiegata a fatica su stessa. Che adesso però ha ricominciato a camminare. A vigilare. A voler contare. E non più solo tessere.
A Messina sta mettendo radici finalmnte il Pd vero, quello che non risponde al padrone che lo ha eletto, né al capo della casacca della propria cordata. E se ci saranno altri fuoriusciti, pazienza, ce ne faremo una ragione. Questo è un partito di uomini liberi. E la libertà è come il vento quando spira forte. Non si ferma con le mani”.

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