La Camera ha approvato l’ordine del giorno di Garofalo contro la politica di dismissione attuata dalla Ferrovie dello Stato in Sicilia. Il Governo dovrà ora vigilare su Fs, affinché migliori l’organizzazione e il livello di efficienza dei servizi per il trasporto dei passeggeri delle tratte Siracusa-Messina e Palermo-Catania-Messina, e riveda il piano industriale di dismissioni. Inoltrre, dovrà adottare «misure finanziarie volte a potenziare il sistema ferroviario siciliano, i cui evidenti ritardi infrastrutturali e dei servizi accrescono il gap d’integrazione di aree come quella della Sicilia, o del Mezzogiorno in generale, nei progetti di rete finalizzati a modelli qualitativi di mobilità italiana in relazione a quelli comunitari». «La rotta ferroviaria Palermo-Catania-Messina risulta essere tra le dieci peggiori tratte a livello nazionale utilizzate dai pendolari- si legge nel documento- ed i recenti tagli della spesa sui trasferimenti, hanno determinato gravi carenze in termini di pulizia, manutenzioni, scorte e provocato minore affidabilità e puntualità delle corse ferroviarie delle suesposte tratte”. La Camera bacchetta anche il Governo che, ad oggi, ha disatteso gli impegni assunti formalmente lo scorso 17 gennaio, con l’approvazione di una mozione che era finalizzata a prevedere un nuovo piano industriale in accordo con Ferrovie dello Stato, al fine di incentivare lo sviluppo e l’ammodernamento della rete ferroviaria nel Meridione d’Italia ed il potenziamento dei servizi nella tratta Nord-Sud. «Ora- commenta Garofalo- il Governo ha l’obbligo di intervenire per determinare una inversione di rotta nella politica di Ferrovie dello Stato che rappresenta una palese violazione del principio di continuità territoriale costituzionalmente garantito». Intanto Garofalo si esprime anche sulla chiusura annunciata da Poste italiane di 11 uffici postali in Provincia, che determinerà ― dice ― effetti negativi sull’occupazione e causerà «l’impoverimento di un servizio importante per il territorio ed essenziale per i cittadini, specie quelli più deboli come anziani, malati e persone a ridotta mobilità». Il deputato messinese sottolinea che la decisione della Società, oltre a porsi in contrasto con gli obiettivi del contratto di programma di Poste italiane, rischia di determinare gravi carenze nell’efficienza dei servizi. Per questo chiede ai Ministri interpellati di valutare l’opportunità di intervenire al fine di salvaguardare gli sportelli. «La chiusura degli uffici postali― conclude Garofalo― appare tra l’altro in controtendenza rispetto alle disposizioni previste all’interno del decreto-legge n°179/2012 che consentono alla più grande azienda di servizi postali italiana, di stabilire succursali negli altri Stati comunitari ed extracomunitari per l’esercizio di attività di bancoposta e compromette altresì una delle funzioni proprie di Poste Italiane, nonché il concetto stesso del servizio universale per il quale lo Stato riconosce i propri contributi proprio per assicurare la capillarità e la qualità del recapito postale».
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