«Basta precarietà nei servizi di collegamento nell’area dello Stretto. Il Ministero recuperi i fondi e in fretta. Si spendano le risorse del Ponte per le opere compensative. Quello alla mobilità è un diritto, non una concessione. Palagiustizia? Non si faccia confusione: non è un’opera compensativa».
«Non possiamo attendere, ogni anno, che si trovino i finanziamenti per garantire il collegamento tra le due sponde dello Stretto, in calcio d’angolo, facendo una corsa al cardiopalma per evitare che il diritto alla mobilità e alla continuità territoriale e anche allo studio e al lavoro di migliaia di pendolari sia lasciato alla speranza che ci siano risorse da recuperare dal fondo del barile dei vari capitoli di spesa. Il Ministero indaghi sulle ragioni per le quali il bando per il servizio Metromare è andato deserto e risolva la vicenda una volta per tutte, capitalizzando l’occasione offerta dall’apertura dal rapporto richiesto dal presidente del Consiglio relativo alla mancata realizzazione del Ponte sullo Stretto». Così il deputato del Nuovo Centrodestra Vincenzo Garofalo.
«Già ad aprile scorso, in una risoluzione approvata dalla commissione trasporti della camera dei deputati, denunciavo come, a fronte di una domanda in crescita, la qualità e quantità dei servizi ferroviari, marittimi, intermodali nell’area dello Stretto continui a diminuire, con grave pregiudizio non solo per il diritto alla mobilità di ogni cittadino ma, cosa se possibile ancora più grave, con la preclusione di qualsiasi prospettiva di sviluppo del territorio.
In quella occasione chiedevo al Governo di esprimere una posizione chiara in merito al Ponte sullo Stretto indicando, nel caso di posizione negativa rispetto alla sua realizzazione, una offerta infrastrutturale alternativa in grado di soddisfare le esigenze di mobilità dei cittadini le cui istanze, per decenni, sono state tenute a bada con la promessa della costruzione dell’opera.
In quest’ottica ho fortemente voluto e ottenuto lo stanziamento di fondi per lo studio di fattibilità di un sistema integrato di trasporti nell’area dello Stretto, perché il Governo deve dare risposte al territorio e soddisfare quelle istanze per le quali era stato prospettato il progetto ponte.
Prosegue affermando: «Oggi ci troviamo nuovamente in una situazione di emergenza e dobbiamo fare in fretta per scongiurare il rischio di interruzione del servizio di collegamento rapido tra le due sponde dello Stretto. L’opportunità in questa direzione deriva dal fatto che il presidente del consiglio dei ministri ha chiesto un rapporto che riguarda il Ponte e le opzioni su come utilizzare le risorse che a quell’opera erano destinate in alternativa al bruciarle pagando a vuoto una penale alla società che aveva vinto l’appalto.
Questo report sul quale si aprirà un confronto è una occasione per ribadire che quello dei cittadini messinesi alla mobilità è un diritto e lo Stato deve assicuralo non “concederlo”. È una occasione per mettere sul piatto le esigenze del territorio: per discutere del servizio metromare e di una compagnia di trasporto pubblico, Bluferries, che ha decisio di non effettuare più il collegamento tra Villa San Giovanni e il porto storico. Questi sono gli argomenti che vanno portati a Roma. Questi sono gli argomenti che vanno inseriti nell’informativa per Renzi. E tutte le parti in causa, compresa la Regione, vengano a Roma per condurre questa battaglia e nessuno pensi di potersi esimere dal portarla avanti. Si arrivi a Roma con le idee chiare su cosa vogliamo.
Il Palagiustizia- indicato dal sindaco tra le priorità da chiedere al Governo non è un’opera compensativa. Deve essere realizzato, ovvio, ma non con i fondi destinati al ponte e su questo Accorinti deve avere le idee molto chiare. La trattativa con Eurolink va invece eventualmente aperta sul pacchetto di opere compensative che sono state già individuate come l’impianto fognario Torre Faro- Mortelle, la copertura del torrente Papardo, la via del mare. Su queste si deve cercare di chiudere eventualmente un accordo.
Nel decreto “Sblocca Italia” lo stanziamento di una cifra cospicua per la tratta ferroviaria Messina- Catania-Palermo fortemente voluta dal ministro Lupi e sostenuta dal Leader Ncd, Angelino Alfano, ha dimostrato una nuova attenzione rispetto allo sviluppo infrastrutturale del territorio siciliano frutto della consapevolezza che un territorio senza infrastrutture e senza un sistema di trasporti che funzioni è come un tessuto del corpo umano non raggiunto dalla linfa vitale: destinato alla necrosi.
Il Ministero confermi che questa attenzione c’è e lo faccia nell’unico modo possibile ovvero trovando i fondi necessari per assicurare il collegamento nello Stretto e investendo in infrastrutture le risorse che erano destinate al Ponte.»
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