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Fondi persi, ufficio “programmi complessi” chiuso: Gioveni non si dà pace

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A Messina, al Comune, c’era un ufficio, si chiamava “Ufficio Programmi Complessi”.

“Aveva l’obiettivo di essere uno sportello per lo sviluppo sostenibile, rispondendo alla richiesta di nuove competenze e conoscenze per la partecipazione ai diversi bandi nazionali e comunitari. Era costituito da personale selezionato in base alle specifiche competenze e professionalità. Il gruppo di lavoro era in grado di muoversi all’interno della macchina amministrativa con un’agilità impossibile ad altri consulenti esterni, valorizzando le competenze interne dell’amministrazione”, questo scrivevano, per descriverlo e per chiederne il ripristino, i consiglieri comunali, Piero Adamo, Daniela Faranda e Libero Gioveni.

C’era l’ufficio Programmi Complessi ma l’Amministrazione, appena insediata, in clima di “tagli e risparmio”, decise di sopprimerlo.

Era l’ufficio che si sarebbe occupato dei fondi per gli asili nido, i maledetti 80mila euro di cui  ancora si parla.

Ma, come scrive il consigliere comunale Udc, Libero Gioveni, era anche l’ufficio a cui fare riferimento per la famosa “Agenda Messina” dell’Amministrazione Accorinti.

«Esattamente 9 mesi – scrive Gioveni in una nota stampa – fa (era la fine dell’agosto 2014) il sindaco Accorinti si presentò davanti al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, con in mano la cosiddetta “Agenda Messina”, piena di opere e progetti di competenza esclusiva dell’ex ufficio “Programmi Complessi”, che però questa Amministrazione soppresse al suo insediamento».

Il Consigliere, ricorda di averne chiesto la riapertura, insieme ai colleghi, Faranda, Interdonato, Adamo e Perrone.

«Si evidenzia ancora una volta la schizofrenia politica di questa Amministrazione – scrive Gioveni -, le cui drastiche scelte politiche hanno generato conseguenze negative per lo sviluppo della città che non può non passare dall’edilizia».

Gioveni, a distanza di 2 anni, giudica, oggi più che mai, deleterio il provvedimento dell’Amministrazione di sopprimere un ufficio così importante e strategico.

«Non possono bastare i proclami sull’inserimento (certamente opportuno) della clausola sociale per l’impiego della manodopera locale fino al 50% – afferma il consigliere – perché prima bisogna farli partire i progetti; la paralisi nel settore edile, infatti, è palese e il sindaco, anziché aver agito con determinazione per invertire questo trend negativo, sembra essere andato dalla parte opposta».

«Come si è potuto pensare – si chiede l’esponente Udc – di presentare l’anno scorso al capo del Governo un elenco di progetti da sostenere quando gli stessi ancora gravano e giacciono indisturbati sulle scrivanie di un sottodimensionato ufficio dei lavori pubblici (già di per sé oberato di progetti più semplici ma ancora fermi al palo), composto da soli 4 tecnici e quasi tutti precari?».

Gioveni fa riferimento in particolare a tutti quei progetti relativi alle opere compensative del ponte per le quali Accorinti aveva chiesto, appunto, aiuto al premier Renzi.

«Attraverso quali azioni politiche a supporto dell’Agenda Messina – si chiede ancora – si è inteso chiedere al Governo sostegni economici per questi progetti visto che nei fatti sono stati totalmente snobbati con la chiusura dell’ufficio che se ne stava minuziosamente occupando?».

«L’elenco è lungo», scrive Gioveni, e ne cita solo alcuni: il recupero della Real Cittadella; il piano particolareggiato di Capo Peloro; la nuova viabilità di collegamento Granatari – via Marina; l’adeguamento e la riqualificazione della via Panoramica dello Stretto; la variante Faro Superiore-Tono; il completamento della viabilità Torrente Papardo-Faro Superiore.

«Insomma, tutte grandi opere che – secondo il consigliere comunale – non potranno mai essere gestite da un piccolo ufficio del Dipartimento lavori pubblici distaccato nel cosiddetto “palazzetto” che ha già grosse difficoltà a seguire i piccoli progetti».

Gioveni chiede, di nuovo, l’immediata riapertura e il conseguente potenziamento dell’Ufficio “Programmi Complessi”, «al fine di gettare delle basi certe per una reale ripresa dell’economia cittadina – conclude Gioveni -, ritengo sia necessario affrontare la questione in aula alla presenza del sindaco e dell’assessore al ramo, affinché si concretizzi ciò che finora, purtroppo, è rimasto chiuso solo in un “libro dei sogni” chiamato “Agenda Messina”».

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