Il consigliere Angelo Burrascano ritorna sul problema dell’erosione costiera e si rivolge al sindaco Renato Accorinti per avere delle risposte in merito a un eventuale piano di interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione per la preservazione della costa, ad alto rischio, in località Casabianca. Da diverso tempo, ormai, proprio quest’area si è rivelata essere estremamente sensibile al problema. Ad essere interessate dal fenomeno dell’erosione costiera — come si è avuto modo di vedere in occasione delle recenti condizioni meteo avverse — anche la fascia jonica tra Galati Marina e Briga Marina. Ma mentre per questa zona il Comune si è attivato “chiamando in causa” anche la Regione — dichiara il consigliere — sulle coste tirreniche è calato il silenzio.
«Le nostre coste joniche e tirreniche sono flagellate e mentre si pone rimedio nella fascia jonica quella tirrenica viene dimenticata». Proprio in quest’ultima area — evidenzia Burrascano — esistono strutture private che vengono minacciate dal lontano 1988 fino ad oggi. «L’insufficienza dei provvedimenti intrapresi — lamenta — comporta sempre sugli stessi edifici il pericolo che vengano cancellati dall’insediamento urbano, per il continuo subire dell’azione violenta che viene esercitata sulla costa specie appunto nella località di contrada Casabianca, dal Km 1500 al Km 1600».
Questa porzione di costa — ricorda il consigliere — ha subito nel tempo la cancellazione di alcune strutture pubbliche tra cui una rotonda, considerata dagli abitanti come luogo di aggregazione. «Molto è stato sottratto alla comunità — prosegue —, poiché dal 1988 ad oggi circa 150 metri di spiaggia non esistono più. Visto il perdurare della problematica, la zona ha subito un grave nocumento territoriale che ha influito negativamente sulla fiducia dei cittadini».
All’Amministrazione comunale, Burrascano chiede di intervenire e mettere in atto i necessari interventi di salvaguardia del territorio e delle sue risorse. Inoltre, lo stesso desidera conoscere i motivi per i quali si è scelto di non effettuare l’inclusione dell’area nelle “Calamità naturali” e se sono stati valutati i rischi per la pubblica incolumità, dal momento che la zona è aperta alla pubblica fruizione.
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