Le elezioni amministrative per Messina si fanno sempre più vicine, ma ancora le coalizioni di centrodestra e centrosinistra sembrano faticare a trovare un accordo sul candidato sindaco da proporre agli elettori. A intervenire sulla questione, l’ex presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile: «Infinite discussioni e interminabili tavoli ai quali siedono parlamentari, spesso neanche messinesi, si concludono puntualmente con un nulla di fatto. L’obiettivo, per alcuni, è alzare il tiro, garantire se stessi, Messina viene dopo. Messina è su un altro piano».
Secondo quanto confermato nei giorni scorsi dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, le elezioni amministrative in Sicilia dovrebbero tenersi al più tardi a metà maggio. E attualmente, Messina ha un unico candidato ufficiale alla carica di sindaco della città, quello scelto dal primo cittadino dimissionario Cateno De Luca, vale a dire Federico Basile, che già da settimane è in campagna elettorale. Sui fronti del centrodestra e del centrosinistra circolano diversi nomi, Maurizio Croce e Nino Germanà – che ha dato la sua disponibilità – da un lato; la deputata regionale del M5S Valentina Zafarana, la consigliera comunale del Pd Antonella Russo e il segretario messinese del Partito Democratico Franco De Domenico dall’altro. Al momento, la scelta appare rimandata su entrambi i fronti.
Dopo un lungo silenzio, si fa sentire l’ex presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, che bacchetta i partiti, accusandoli di non essere stati in grado di ascoltare la città per proporre una candidatura a sindaco che potesse superare la prova delle urne. «È un copione già visto – scrive Barrile in una nota –, quello che ha portato nel 2013 e nel 2018 a lasciare il campo agli outsider: candidati che non si muovevano all’interno delle coalizioni. E la gente ha scelto in entrambi i casi delle proposte che, in parte, erano un’alternativa ai partiti, in parte delle sberle a certi rappresentanti strutturati che decidono indipendentemente dal sentire dei territori. Un sentire che, semplicemente, alcuni ignorano».
«Non si può decidere per Messina senza sentire Messina – prosegue –, senza ascoltare la sua gente. E non capirò mai come un tavolo decisionale possa avere attorno a sé solo sedie per parlamentari e segretari di partito che oggi ci sono, domani chissà! Dove sono le associazioni? Dove gli attivisti? Dove i referenti dei villaggi, dei quartieri? Le premesse con le quali il nome verrà fuori sono queste e non sembrano ottimali. Da una parte e dall’altra».
«Fortuna vuole – aggiunge Emilia Barrile – che qualcuno (anche tra i deputati) la pensi così e porti a quel tavolo l’umore e il pensiero della gente che sa rappresentare. Messina ha bisogno di persone che la aiutino a rinascere e questa rinascita passa dalla capacità di chi la rappresenta di sapersi spendere e donare all’ennesima potenza, senza pensare solo, sempre e prima a quale beneficio elettorale poter (o non poter) trarre da ogni singolo gesto».
«Messina dovrebbe essere considerata come una figlia – conclude l’ex presidente del Consiglio Comunale –, come una nostra figlia, e lo dico da madre. Una madre dona e si offre per i figli per il loro bene, perché siano liberi di scegliere, in grado di sopravviverle, di rendersi autonomi e camminare con i propri piedi con sempre più intraprendenza e autonomia. Una madre si sacrifica per il presente e il futuro dei figli, non cerca di tenerli dentro il perimetro del bisogno e della mediocrità perché il cordone ombelicale non si stacchi mai… Da madre, da messinese, dico apertamente a coloro che oggi devono definire le linee di una campagna elettorale che sarà difficile e decisiva: vedete Messina come una vostra figlia e datele ciò che merita…datele solo amore!».
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