Il riassetto del comparto sanitario messinese, dopo l’ok dell’Ars alla fusione Piemonte – Ircss, aprirà nuovi scenari per la città, chiamata a far sentire la propria voce affinché si intraprendano scelte oculate che offrano una possibilità di sviluppo per il territorio. Questa mattina il leader dell’Udc Giampiero D’Alia ha tracciato una strada percorribile che permetterebbe a Messina di poter sfruttare al meglio due strutture che hanno fatto la storia della città. Oltre al “Piemonte”, infatti, il ddl approvato a Palermo lo scorso 7 ottobre prevede una nuova vita anche per l’ex ospedale “Margherita” che ospiterà la Cittadella culturale, così come previsto dall’emendamento firmato dall’onorevole Giovanni Ardizzone.
Nella conferenza stampa svoltasi in mattinata nella sala Ovale di Palazzo Zanca, D’Alia, supportato dal capogruppo Rizzo e dai consiglieri Mondello, Gioveni, Perrone e Consolo, ha apprezzato la legge votata dall’Assemblea Regionale Siciliana e l’impegno che la deputazione messinese ha mostrato per una vicenda importante per il futuro della città dello Stretto. “Messina – ha spiegato il presidente nazionale dell’Udc – si riappropria di due ospedali storici anche grazie alla collaborazione politica che ha permesso di raggiungere questo importante traguardo”. D’Alia parla innanzitutto dell’ex ospedale “Margherita”. “La struttura – ha precisato – per anni è stata tenuta in ostaggio per non meglio precisati scopi peraltro mai realizzati. Si era addirittura tentato di venderla ai privati, mossa fortunatamente sventata grazie all’impegno di Giovanni Ardizzone. Ciò ha comportato un decadimento dell’edificio e lo spreco di ingenti risorse pubbliche. Adesso ci sarà l’occasione di creare una Cittadella culturale a pochi passi dal Museo regionale, Messina potrà dunque disporre di un polo attrattivo che finora manca”.
Riconvertito il “Margherita”, si potrebbe pensare anche al piano parcheggi varato nel lontano 1998 il cui progetto prevedeva proprio nei pressi del Museo la realizzazione di un multipiano. “In Regione – ha precisato D’Alia – ci sono ancora 30 milioni di euro destinati alla città che attendono di essere utilizzati”.
Sull’ormai nota vicenda dell’ospedale “Piemonte”, Giampiero D’Alia parte dalle origini. “La disgrazia del Piemonte è nata dalla riforma che prevedeva l’accorpamento con il Papardo, la responsabilità di ciò che è avvenuto oggi non ricade certamente su chi ha operato negli ultimi anni. La fusione con il Neurolesi è una valida alternativa per mettere una pezza, evitando la chiusura dell’ospedale. E’ sicuramente positivo per la città poter disporre di un Polo riabilitativo d’eccellenza, ma l’Ircss non potrà mai fungere da pronto soccorso”. E alla soluzione “tampone” D’Alia preferisce la via definitiva. “La legge – ha spiegato – prevede la possibilità di realizzare una Cittadella della salute che garantisca un presidio di emergenza – urgenza e al contempo unisca in un’unica struttura tutti i servizi sanitari territoriali. Università e Asp potrebbero creare delle apposite convenzioni per ottimizzare il funzionamento di un vero e proprio Polo sanitario. La città è a un bivio, deve scegliere tra una soluzione temporanea e una definitiva”.
E tracciando un bilancio sull’intera vicenda, D’Alia non risparmia alcune critiche all’operato del sindaco Accorinti. “Il silenzio dell’amministrazione è stato assordante – ha dichiarato l’esponente Udc – se in passato il sindaco fosse stato più attento saremmo potuti arrivare a questo importante passo risparmiando tempo ed energie. Sulla tematica, invece, il primo cittadino ha più volte cambiato idea senza giungere a nulla di concreto. Abbiamo più volte chiesto la convocazione di un tavolo tra politici e tecnici, invece del futuro del Piemonte si è discusso in sedi alternative alle quali le forze politiche e sindacali in rappresentanza della città non hanno avuto accesso. L’ordinanza sindacale che vieta di chiudere il pronto soccorso, alla luce di ciò lascia il tempo che trova. L’amministrazione è colpevole del ritardo e sul Margherita ha adottato lo stesso comportamento: silenzio più totale”.
L’impressione è che la vicenda “Piemonte” abbia innescato gli ingranaggi di una macchina elettorale anticipata. Gli stessi Picciolo e Formica, durante la conferenza stampa della scorsa settimana, avevano più volte fatto riferimenti alla situazione generale della città e alla futura agenda politica. Anche D’Alia tira un bilancio, paragonando le attuali condizioni di Messina al periodo post 1908. “Ad oggi – ha sottolineato l’ex ministro – sono poche le cose buone fatte da Accorinti, ma è stato scelto dal popolo e resterà in carica fino al 2018. Noi continueremo per la nostra strada, operando solo per il bene della città”.
Andrea Castorina
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