Alleanze: reggono Pd e Pdl ma il successo di Grillo rompe ogni accordo e sembra di essere tornati agli anni Ottanta con Dc e Pci divisi e il Psi in mezzo. Com’è strana la storia politica
Berlusconi: non è passato da Messina preferendo Palermo ma tutta la Sicilia sembra tornata sua nonostante alla Regione ci sia Rosario Crocetta. Non sarà il 61-0 del 2001 ma il giaguaro ha dimostrato di essere ancora un vincente. Pur con promesse facili
Calo: Meno 10% di elettori sia alla provincia che in città. Non è un dato da lasciare nel cassetto visto che in 52mila hanno disertato le urne. L’astensione è figlia anche della forte crisi occupazionale
D’Alia: Eletto grazie agli scarti, nella conferenza stampa messinese dell’Udc avevamo segnalato che l’accordo con Monti, almeno nei sondaggi, sembrava poco incisivo. E così è stato a urne chiuse. Lui, allora, segnalava che le previsioni erano di altro avviso. Si ritroverà “solo” alla Camera
Emilio: il buon Fragale, ex direttore generale del Comune, si prende la sua rivincita personale sulla componente messinese di Italia Futura nelle liste Monti. A chi diceva “Fragale, chi lo conosce?” oggi il già piddino risponde: “chi vi conosce?”
Francantonio: Genovese, dopo i risultati anche messinesi delle Politiche, sembra avere le idee chiare sulle amministrative. Subito l’accordo con i moderati e dunque con l’Udc di D’Alia. E le primarie? E Sel? Il riconfermato deputato appare già lungimirante
Grillo: anche Messina, pur con voti inferiori rispetto a tutta la Sicilia, gli ha dato le Politiche. E adesso fa paura anche per le amministrative di fine maggio. Con i candidati giusti i “Grillini” possono essere ancora la sorpresa. Che sta diventando una conferma
Helenio: L’allenatore interista, nel calcio, lo diceva che la strategia è tutto. Ma la politica non è il pallone e i maghi dei grandi partiti sembrano aver sbagliato tutto a 24 ore dal voto con l’Italia che oggi non può essere governata
Ingroia: Il giustizialismo e gli adesivi comunisti appiccicati sul pubblico ministero non hanno funzionato. Fuori da tutto; gli italiani, e pure i messinesi, non hanno gradito nuovi magistrati in politica. Con Ingroia torna a casa anche Antonio Di Pietro
Lo Monte: uscito con le ossa rotte dai rapporti con il Mpa, sconfitto alle regionali con Italia dei Valori si è saputo “riciclare” con il Centro con Tabacci. Ma la sua è solo una vittoria personale e di resti come nelle previsioni. Si consola pensando che Raffaele Lombardo è diventato un cittadino comune
Mancuso: il sindaco di Sant’Agata Militello sarà l’unico senatore messinese a Palazzo Madama. Forse anche lui non si aspettava l’elezione e il successo del Pdl. La provincia – come una volta era con Nania – torna a dire la sua sulla città
Nania: L’ex senatore barcellonese, escluso dalle liste e vicino a Fratelli d’Italia, ha fatto sentire il suo peso in provincia visto che le percentuali pidielline del 2008 sono state ridimensionate. Ma il Pdl si gode il successo messinese e lui non prenderà l’aereo per Roma come faceva dagli anni Ottanta
Onestà: caratteristica che ha premiato i grillini. Gli elettori, a guardare i numeri, hanno lanciato come un partito tradizionale coloro che nella “marmellata” le mani non vogliono metterle e la vogliono “restituire”. Troppe inchieste su troppi partiti hanno sicuramente fatto crescere la “rabbia” a Cinquestelle
Presti: l’artista lo davano per sicuro al Senato e invece come numero due resterà a Tusa. Messina ha proseguito nel sostegno a Crocetta ma non è bastato per aggiungere colleghi al solo senatore del Megafono, Beppe Lumia
Questione: quella morale sembra aver funzionato nel Popolo della Libertà che è ripartito senza tanti nomi finiti in cronaca giudiziaria negli ultimi anni. E per un soffio il Pdl non ha preso la maggioranza alla Camera altrimenti avremmo commentato altro oggi
Radicali: hanno puntato sulla Giustizia e le carceri ma dalle Alpi alla Sicilia la lista di “scopo” non ha “colpito al cuore”. E senza una maggioranza parlamentare gli interrogativi dei Pannelliani non troveranno risposte in breve tempo
Sidoti: Era sicuro di sostituire il “padrino” politico Naro al Senato. Ma se Montagnareale ha votato più di tutti non è bastato per il consigliere provinciale “beffato” visto che da anni l’Udc “sfornava” due eletti certi. Chissà cosa starà pensando l’ex assessore Pinuccio Puglisi
Tindara: la Gullo di Patti ha dovuto attendere notte fonda per l’elezione frutto del sostegno alle primarie di Genovese. E come per Mancuso la provincia dice la sua sul capoluogo. Lei ha parlato pochissimo nelle ultime settimane prevoto. Servono messinesi d'”urto” alla Camera
Udc: l’alleanza con Monti non ha fatto bene al partito di D’Alia e Ardizzone che oggi si ritrovano con meno sostegno sia nel capoluogo che in tutta la provincia. Stavolta le direttive nazionali hanno inciso anche sugli strateghi postdemocristiani messinesi che non sbagliano mai gli accordi. Il cavallo del Bocconiano era “zoppo” prima di partire
Vincenzo: Il Garofalo del Pdl rientra alla Camera. A chi pensava che la sua fosse solo un’apparizione a Montecitorio ha risposto con moderazione e insieme a Mancuso e Nino Germanà ha saputo ricostruire una nuova fase del partito dopo la “rottura” con i barcellonesi
Zero: come le percentuali di tante liste che non hanno neppure raggiunto l’1%. Pensando ai resti e a tanto fondoschiena. Ma gli elettori non sono delle ruote della fortuna e per molti gruppi queste Politiche sono state inutili @Acaffo
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