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“L’Espresso non ha inventato nulla – sottolinea Vicinanza – non ha aggiunto nulla e non ha nascosto nulla. Ha avuto una notizia, l’ha verificata e l’ha pubblicata. Del tutto indifferente a eventuali strumentalizzazioni politiche. Ed esiste esattamente come riportato nel nostro articolo”.
La conversazione risale al 2013: “I nostri cronisti a Palermo l’hanno ascoltata e ne hanno verificato l’autenticita’ con diverse fonti di tutti gli ambienti investigativi. E dopo l’arresto di Tutino con l’accusa di aver truffato il servizio sanitario regionale, avvenuto il 29 giugno scorso, l’autenticita’ di quella conversazione e’ stata nuovamente verificata. Solo dopo tutte questi controlli e’ stata pubblicata sul nostro giornale. Gia’ in passato per tutelare il segreto di inchieste relative a cariche istituzionali, la procura di Palermo ha smentito rivelazioni de “l’Espresso” che poi si sono dimostrate vere. Come quando anticipammo la notizia dell’iscrizione dell’allora presidente del Senato Renato Schifani nel registro degli indagati: la procura nego’. Trascorsero mesi, la notizia si rivelo’ fondata. Nella complessa e frastagliata realta’ siciliana, capita a volte a un giornale di dover raccontare verita’ scomode e diverse da quelle ufficiali”.
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