Due settimane fa erano avversari politici. Il primo, Renato Accorinti, verrà eletto sindaco al ballottaggio con una lista civica. Il secondo, Rosario Crocetta, governatore della Sicilia, in piazza Duomo a fianco di Felice Calabrò, il candidato di centrosinistra, e a supporto di ben otto liste. Le condizioni politiche sono mutate e stasera all’ex Irrera a Mare, in Fiera, il confronto-incontro tra i due che hanno condiviso l’applauso del pubblico che ha partecipato in gran numero alla prima giornata della terza Festa del Lavoro organizzata dalla Cgil. “Padrone di casa” il segretario provinciale della Camera del Lavoro Lillo Oceano che in apertura ha fatto sfilare le voci di tanti lavoratori che sono disoccupati, senza ammortizzatori, senza stipendio o senza futuro: come i Triscele, i dipendenti della Fiera, gli ex Aicon, i precari del teatro Vittorio Emanuele e della Formazione professionale, Metromare e appalti della pulizie. I lavori, moderati dal giornalista Piero Orteca, che tra citazioni di economisti, virus finanziari iniettati dagli Stati Uniti, Politiche di rigore dell’Unione europea ha focalizzato l’attenzione sulla crisi finanziaria che ha investito l’economia reale: “Non dimentichiamo – ha detto – che il nostro debito parte negli anni Settanta e arriva al 1991, hanno ipotecato il futuro delle nuove generazioni”. Oceano ha detto basta, ha chiesto soluzioni immediate per i tanti dipendenti in crisi, per chi torna a casa e oggi senza un impiego non sa come mandare avanti la famiglia. E sono migliaia nella nostra provincia. “La Politica deve dare una mano a questi lavoratori – ha affermato Oceano – non possiamo più aspettare”. Ad intervenire anche il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante che ha ricordato i numeri disastrosi su occupazione ed economia sottolineando ad esempio come i tanti precari, vedu i forestali, potrebbero essere reimpiegati in altre attività come la cura dei Beni Culturali e l’assessore regionale all’Economia Luca Bianchi che tra fondi europei non spesi, infrastrutture e zone franche urbane, come ricette per il rilancio, ha rimandato a dicembre la platea per un giudizio sulle politiche di sviluppo della Regione accanto ai “tagli” della spesa pubblica siciliana che per anni non è stata fatta per gli imprenditori ma per i “prenditori”. Ma il clou è stato nel finale con Accorinti e Crocetta che si sono confrontati per avviare iquel dialogo Comune-Regione necessario a riprendere Messina caduta nel baratro. Accorinti: “Io non ce l’ho con le persone ma in questa città due famiglie si sono arricchite, noi puntiamo sulla società pubblica di navigazione, sulla Zona Falcata, sulla Fiera che si deve aprire alle arti, alla gastronomia, alla musica, alla riqualificazione delle aree degradate, vogliamo riportare Taoarte all’ex Irrera a Mare da dove è partita, vogliamo rilanciare turisticamente il pilone di Torre Faro; a mani nude abbiamo battuto le testate nucleari dei partiti e i politici in giacca e cravatta hanno ridotto Messina a cenerentola d’Italia, abbiamo creduto tutti nel progetto e ci siamo riusciti, io non verrò a Palermo a tirare la giacca di Rosario, io non voglio più soldi di Catania e Palermo, io chiedo diritti per Messina, quelli che questa città non ha avuto, ci sono tanti lavoratori in difficoltà, ci sono molte cose da fare, io non ho accettato in campagna elettorale un assegno da 20mila euro che “puzzava”, abbiamo vinto in una terra fatta di mafia, n’drangheta e massoneria, se abbiamo vinto è possibile tutto allora”. Crocetta, rispetto a piazza Duomo, ha cambiato i toni rispetto a 15 giorni fa entrando in sintonia con il sindaco pacifista: “Dico subito ai messinesi che abbiamo preparato per l’Ars la legge antiparentopoli che vieta ai deputati e ai loro parenti di gestire i corsi di formazione; Calabrò è una bravissima persona e non ha responsabilità per la sconfitta ma a Messina è fallito il sistema politico; con Renato si comincia, a Messina vedo troppa sofferenza, Messina ha il diritto a essere risarcita rispetto ad altre città siciliane”. L’intesa tra Accorinti e Crocetta è stata siglata. Al governo regionale il compito di mantenere le promesse. @Acaffo
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