Il Comitato Pendolari Siciliani scrive al sindaco Renato Accoriniti e al presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, per esporre loro il “difetto” insito nel “ticket Ecopass”, dal quale sono esentati solo i cittadini residenti a Messina e provincia e i cittadini calabresi.
Le garanzie di continuità — per le quali il Primo cittadino di Messina si è sempre battuto — secondo il Comitato vengono meno dal momento che «dal marzo 2010, grava su tutti i cittadini e le aziende di autotrasporto residenti nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Trapani, Palermo, Ragusa e Siracusa l’ulteriore costo di traghettamento, essendo stata esonerata dal pagamento la sola provincia di Messina. Il coinvolgimento della Regione Calabria sulla Continuità territoriale ci sembra alquanto strano e ci lascia alquanto perplessi in considerazione del fatto che i Calabresi per andare a Roma o in qualsiasi altra città d’Italia, non devono attraversare nessuno “Stretto” a differenza dei Siciliani non residenti nella provincia di Messina che, invece, sono costretti a pagare un ulteriore balzello al Comune di Messina prima e al Comune di Villa San Giovanni e/o Reggio Calabria dopo per attraversare lo Stretto di Messina».
«La continuità territoriale — prosegue la nota del Comitato Pendolari Siciliani — è un diritto che lo Stato deve garantire ai suoi cittadini. Continuità territoriale che dovrebbe spettarci di diritto ma della quale i governi regionali in questi ultimi quarant’anni non hanno fatto nulla per farla attuare in Sicilia, a differenza della dirimpettaia Sardegna che ha già rinnovato la continuità territoriale aerea e marittima per l’anno 2014».
Pertanto il Comitato Pendolari chiede dal momento che l’istituzione dell’Ecopass non ha danneggiato solamente la categoria degli autotrasportatori siciliani ma tutti i residenti in Sicilia, che sono stati costretti a versare al Comune di Messina, di Villa San Giovanni e Reggio Calabria un ulteriore tributo: di abolire il “ticket Ecopass” e/o di voler estendere l’esenzione del pagamento a tutti i residenti in Sicilia, comprese le aziende di autotrasporto che hanno sede legale in Sicilia; che la mancata attuazione della continuità territoriale non è certamente colpa dei Siciliani residenti nelle altre otto province ma le durature disattenzioni della politica; di intervenire in maniera decisa alla Regione Sicilia affinché predisponga tutti gli atti necessari da sottoporre al Governo nazionale, al fine di far attivare la continuità territoriale marittima ed aerea.
«La soluzione più equa — conclude la nota —, secondo noi sarebbe quella di far pagare i non residenti in Sicilia, sgravando così sin da subito i Siciliani da ulteriori imposizioni e dalla penalizzazione di un servizio di trasporto pubblico sempre più inefficiente e inefficace, che ci vede sempre più allontanare dal resto d’Italia».
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