I Liberi Consorzi e le Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina diventano sempre più una realtà. Dopo l’approvazione dell’Ars, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, rassicura i lavoratori: «Parte dei funzionari sarà trasferita ai Comuni, alcuni andranno nei Liberi consorzi e nelle città metropolitane, per migliorare i servizi». Si attende ormai martedì il voto finale per l’approvazione della legge sulla riforma delle Province. «È stata una grande fatica — ha dichiarato Crocetta. C’è stato un incessante lavoro di mediazione che ha portato, alla fine, a esitare una legge persino migliore di quella che avevamo pensato». Dopo un mese e mezzo di discussione, alla fine il “salvagente” per Crocetta e la sua maggioranza è arrivato dai 5 Stelle e dal Ncd che hanno garantito col loro voto l’approvazione delle norme più importanti della riforma, a partire proprio dai Liberi consorzi: al momento sono nove, quante le attuali Province, ma potrebbero diventare di più nei prossimi sei mesi se i comuni riusciranno a formare nuovi enti, partendo da una popolazione minima di 180 mila abitanti. Scomparirà il voto diretto, gli organismi rappresentativi (presidenti e assemblee) saranno di secondo livello. Le norme appena approvate definiscono un quadro che dovrà essere completato con una successiva legge che il governo porterà in aula in autunno e che dovrà stabilire soprattutto compiti e funzioni di Liberi consorzi e città metropolitane.
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