Cateno De Luca ha ufficializzato in modo definitivo la sua candidatura a Presidente della Regione Siciliana o, come la definisce lui, a «Sindaco di Sicilia». Lo ha fatto durante l’assemblea di Sicilia Vera a Taormina, con una busta contenente un “preavviso di sfratto” per il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Miccichè e accendendo simbolicamente una lanterna per «cercare uomini e donne che vogliono fare una scommessa per la Sicilia in questa marcia di liberazione della nostra regione».
Nel corso dell’assemblea, alla quale hanno preso parte amministratori locali provenienti da tutta la Sicilia, sono state affrontate tematiche importanti che avevano lo scopo di accendere i riflettori sulle mancanze e sui fallimenti dell’attuale Governo Regionale.
«Sicilia Vera, ha affermato Cateno De Luca, vuole essere un’alternativa a questo fallimento. Oggi la nostra azione è diretta a costringere la politica e il sistema politico di cui Musumeci è simbolo ad assumersi le proprie responsabilità e le proprie colpe. Sicilia Vera è oggi modello di buon Governo. Lo dimostrano i fatti, lo dimostra la nostra storia. La nostra azione amministrativa, ha proseguito De Luca, scolpita nei rendiconti annuali, è contrassegnata dalla “politica del fare”, in netta discontinuità rispetto al volgare uso ed abuso che in questi anni la classe politica ha fatto delle istituzioni: gli straordinari risultati conseguiti nei palazzi municipali che stiamo governando confermano che noi amministriamo le nostre comunità e non ci siamo limitati e non ci limitiamo ad esercitare il mero ruolo politico finalizzato all’effimera ricerca del consenso con i tanti si, pur se dannosi, ed i pochi no, per non scontentare nessuno».
Le critiche di De Luca al Governo Musumeci
Le critiche di De Luca all’operato del Governo Regionale guidato dal presidente Nello Musumeci sono nel merito.
Il primo aspetto finito sotto la lente d’ingrandimento di Cateno De Luca riguarda la mancata approvazione dei bilanci della Regione entro i termini di legge. Mancanza che crea una situazione di crisi di liquidità che non consente ai comuni e alle imprese che hanno ricevuto finanziamenti o che devono ricevere trasferimenti di far fronte alle proprie attività. «La Regione Siciliana – ha affermato De Luca – sta facendo fallire i comuni e le imprese non per i debiti per colpa delle imprese ma per l’eccessivo credito non riscosso nei confronti della Regione Siciliana».
De Luca ha fatto alcuni esempi concreti di quella che ha giudicato «la sciagura del Governo Musumeci».
«Per i rifiuti – ha ricordato il sindaco di Messina – quando Musumeci si è insediato aveva una disponibilità di oltre 5 milioni di mc di spazio in tutte le discariche, oggi siamo scesi a un milione e mezzo. Questo significa che siamo al collasso, che si prospetta solo un anno di autonomia. Eppure, Musumeci quando si è insediato da commissario aveva a disposizione 68 milioni di euro per l’emergenza rifiuti. Con i poteri speciali attribuitigli in 18 mesi, tanto era il tempo che gli era stato concesso, aveva la possibilità di attuare sette interventi scelti da lui e non ne ha fatto neanche uno. Tutto questo mi porta ad un’unica conclusione: è connivente. Mi dimostrasse lui l’opposto. E intanto la città di Messina, dal 8% è passata al 60% di differenziata, nonostante la Regione».
Ancora peggio per De Luca è andata con le risorse e le infrastrutture idriche. «Musumeci – ha affermato – ha avuto a disposizione oltre un miliardo e mezzo di euro da destinare alla messa in sicurezza degli impianti, reti idriche ed impianti di depurazione che non ha speso. Ma vogliamo parlare anche delle risorse energetiche. Anche in questo caso dobbiamo registrare circa 80 milioni di euro di PO FESR 2014 – 2020 non spesi. Però nel frattempo ci informano che il piano energetico regionale è quasi pronto. Peccato che lo aspettiamo dal 2018 – chiosa Cateno De Luca – e ad oggi ad essere pronte sono solo le linee guida. Dopo che sarà fatto il piano ci vorranno almeno tre anni per la VAS e intanto si consuma il saccheggio delle nostre zone agricole con i grandi sistemi non siciliani che realizzano impianti fotovoltaici sulle nostre terre. E questo Governo cosa ha fatto? Affari».
Infine, al Presidente dell’ARS Gianfranco Micciché che nel corso della mattina ha ironizzato sulla probabilità che il percorso solitario di Sicilia Vera possa portarli «a sbattere» De Luca risponde senza mezzi termini: «Se qualcuno pensa che questa battaglia per la Sicilia non valga la pena di essere combattuta si sbaglia – ha detto De Luca – soprattutto perché è necessario fermare questa lenta agonia. Una battaglia che parte proprio dall’impegno degli amministratori locali e dalla loro caparbietà, dal loro impegno quotidiano e dalla loro conoscenza del territorio. Ecco allora perché – ha concluso De Luca – io non intendo essere né il Presidente né il Governatore della Sicilia, ma voglio essere il Sindaco di Sicilia».
Da Taormina è ufficialmente partita l’operazione: “Liberazione della Sicilia.” Il movimento di Sicilia Vera ha messo in moto la macchina organizzativa che già dalle prossime settimane porterà alla costituzione dei “gruppi di liberazione”.
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