Otto “Autorità di Sistema portuale” al posto delle 24 attuali. E’ questo il progetto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti secondo quanto trapelato sulla stampa negli ultimi giorni. E tra quelle che verranno accorpate ad altre c’è, ovviamente, quella di Messina.
L’indicazione è contenuta nel “Piano strategico della portualità e della logistica”, un documento di 195 pagine che contiene le linee-guida della riforma dei porti. Nel dettaglio, il ministero prevede la creazione di 8 nuovi Authority: la Nord Tirrenica accorperà le attuali funzioni dei porti di Genova, La Spezia, Savona e Marina di Carrara; Nord Adriatica: Venezia, Trieste, Ravenna e Ancona; Tirrenica Centrale: Livorno, Piombino e Civitavecchia; Sarda: Cagliari-Sarroch e Olbia-Golfo Aranci; Campana: Napoli e Salerno; Pugliese: Bari, Brindisi, Taranto e Manfredonia; Calabra e dello Stretto: Gioia Tauro e Messina; Siciliana: Palermo, Catania ed Augusta. “In tali soggetti – scrive il ministero – potranno essere concentrate tutte le principali funzioni di promozione, pianificazione, gestione e controllo oggi attribuite alle Autorità Portuali. Il presidente sarà nominato direttamente dal ministro, di concerto con il presidente della/delle Regione/i interessate, mentre il relativo Comitato di Gestione sarà composto, oltre che dal presidente, da ulteriori membri nominati uno ciascuno dalle Regioni interessate e, ove presenti, dalle città Metropolitane ed in ogni caso non potrà essere composto da più di cinque membri, con l’eccezione dell’Autorità Nord Adriatica. I direttori delle Direzioni Portuali parteciperanno al Comitato, ma senza diritto di voto”. (Ansa)
Nonostante il M5S fosse promotore di questo “taglio” del numero, si registra una reazione negativa da parte del messinese deputato M5S, Francesco D’Uva, che dichiara: «Finalmente, dopo mesi di attesa e silenzio, si viene a sapere qualcosa sul nuovo “Sistema delle Autorità Portuali” con cui il Ministero propone la riduzione delle Autorità Portuali da 24 ad 8. D’accordissimo sulla riduzione del numero (lo abbiamo richiesto e ribadito più volte), ma per tutto il resto si rasenta l’assurdità. Il fatto che l’Autorità Portuale di Messina venga accorpata a quella di Gioia Tauro è semplicemente inammissibile».
«Innanzitutto – spiega D’Uva -, l’Area Integrata dello Stretto presenta delle caratteristiche uniche e delle competenze peculiari che non possono essere “assimilate” ad altre che non appartengano alla stessa area integrata. Le competenze dello Stretto di Messina – aggiunge – devono, senza se e senza ma, rimanere in un distretto di competenza che assicuri la continuità territoriale e commerciale tra le due sponde».
D’Uva continua: «In secondo luogo, a livello economico, perché le risorse finanziarie dell’Autorità Portuale di Messina dovrebbero confluire in quelle di Gioia Tauro?»
«Tutto questo non è tollerabile. Avevo già presentato un’interrogazione al Ministro, lo scorso gennaio – ricorda il deputato -, ma evidentemente quando gli interessi sono altri si preferisce fare orecchie da mercante. Ma di certo non mi arrenderò in questa battaglia e, anzi – conclude -, invito tutta la deputazione messinese a fare altrettanto. Non possiamo permetterci di “perdere” così le nostre competenze e la nostra unicità».
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