Democristiano doc e sempre coerente con la linea del partito. Da quando era ragazzo e militava nelle giovanili della Dc. Moderato quanto basta, aperto al dialogo anche con le forze di Sinistra, rispettoso dei ruoli. Giovanni Ardizzone, da 24 ore presidente dell’Ars, è anche questo. Mai sfiorato da inchieste nella sua attività politica, sposato con 3 figli, il suo destino cambia quando a metà degli anni Novanta, lui andreottiano, entra a far parte dell’allora governo provinciale Buzzanca come assessore al Bilancio. È la svolta per l’esponente dell’Udc, che entra nelle grazie di Totò D’Alia e diventa il fedelissimo del figlio Gianpiero, allora in rampa di lancio. E se Gianpiero D’Alia arriva presto a Roma, per Ardizzone, nativo di Larderia con una forza elettorale importante nella zona sud del capoluogo, si aprono subito (nel 2001) le porte dell’Ars. E dall’assemblea regionale conduce molte “battaglie”: quella sul Polo Oncologico d’Eccellenza, naufragato con il governo Lombardo; quella per il risanamento della zona Falcata, sotto il governo Cuffaro, tanto per citarne due. E all’Ars sarà sempre rieletto sia nel 2006 che nel 2008 e ora nel 2012. Intanto al Comune nel 2008, con la vittoria del suo amico-nemico Giuseppe Buzzanca, è nominato vicesindaco e assessore alla Cultura: grazie all’intuito di Vittorio Sgarbi dà i natali alla Notte della Cultura, ma si dimette dopo due anni per la vicenda del doppio incarico che vedrà invece resistere fino all’ultimo l’ex sindaco. Forse più di altri ha “lottato” all’Ars per Messina e Messina si aspetta adesso tanto da lui quale presidente. I primi ostacoli sono di carattere politico. Molte le accuse dal Pds di un “inciucio” sulla sua elezione (46 preferenze) grazie al sostegno del Pdl che probabilmente andrà a presiedere alcune commissioni regionali ed entrerà nell’ufficio di presidenza. Anche da Messina il deputato del Pds, Giuseppe Picciolo, ha detto questo. Ma la storia dell’Udc messinese insegna che D’Alia sa ben trattare con tutti, anche con presunti avversari, e che le strategie sono il pane quotidiano dei postdemocristiani. Così, se alla Provincia il governo Pdl di Ricevuto vede dentro l’Udc e al Comune, invece, l’asse con Buzzanca è stato retto fino al voto delle regionali, ecco che il partito di Centro, oggi governato da D’Alia, non ha avuto remore ad accordi con il Pdl come nel primo governo Lombardo. Accordo saltato dopo pochi mesi. Di Ardizzone si parlava mesi fa di una sua possibile candidatura a sindaco da lui stesso esclusa. E i fatti gli hanno dato ragione portando l’ex assessore e 4 volte parlamentare regionale in cima all’assemblea di Palazzo dei Normanni. Diffidente quanto basta, puntiglioso con i cronisti sulle indiscrezioni che lo riguardano e riguardano il partito, Ardizzone non lascia mai la mano indietro a chi vuole stringerla e risponde a tono a chi lo accusa. Sposato con tre figli, molto probabilmente dovrà risiedere a Palermo più del necessario rispetto alle tre precedenti legislature. Il sabato mattina lo trovi al bar con i suoi “scudieri” nei pressi dello studio legale e dell’ultima segreteria politica ad angolo con il corso Cavour. È un messinese che non arriva dalla provincia e che potrebbe tutelare ancor meglio gli interessi di una città che dalla Regione, negli ultimi dieci anni, ha ricevuto poco, molto poco. Compito arduo ma una sfida che Ardizzone intende vincere come quelle elettorali che lo vedono da 15 anni arrivare sempre in vetta.
@Acaffo
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