Prosegue il dibattito, in vista dei congressi, sul futuro del partito democratico. Un gruppo di iscritti e simpatizzanti ha scritto una nota dal titolo: “Un partito aperto che riparte dai territori e parla alle comunità”. E’ la sintesi di “Territori Democratici”.
Questo il testo e i nomi dei sottoscrittori:
“La crisi del Partito Democratico è profonda. Da questa crisi si può uscire unicamente tornando alla Politica. La riorganizzazione dei circoli e un tesseramento trasparente sono il punto di partenza. Non basta, però, un restyling di facciata. Occorre uno sforzo grande di iniziativa politica che vada incontro ai bisogni e alle speranze dei cittadini.
Occorre uscire dal dibattito chiuso di una classe dirigente autoreferenziale e orientarsi verso le comunità e i territori della nostra provincia.
Chi pensa che possa bastare cambiare il nome o l’età di qualche dirigente non coglie il malessere profondo che attraversa gli iscritti e gli amministratori locali che quotidianamente tentano di tenera viva la politica del Partito Democratico sui territori e nelle istituzioni.
Il Partito Democratico può ancora rappresentare un elemento di cambiamento determinante per i 108 comuni della Provincia di Messina.
Dipende da noi. Dal ruolo che sapremo interpretare rispetto alle istanze e ai bisogni che provengono dai cittadini.
Occorre voltare pagina con convinzione. Se il Partito Democratico non è percepito come soggetto attivo del cambiamento e protagonista del rinnovamento della politica, gli elettori si rifugiano nel voto di protesta o scelgono opzioni politiche percepite come più avanzate.
Occorre abbattere barriere e steccati, diventare luogo accogliente per i giovani che vogliono cimentarsi con la politica per cambiare nel profondo la società. Il PD non può essere il partito della cooptazione senza merito, del carrierismo senza idee, dei posizionamenti senza contenuti. Il PD deve offrire spazi di agibilità democratica a giovani, ragazze e ragazzi, che con generosità scelgono la politica come espressione massima di impegno civile.
Occorre tornare sui territori, attraverso l’azione quotidiana nei circoli, riscoprendo la militanza antica e nuove forme di partecipazione legate al web e ai social network. Il PD non può essere il partito dei signori delle tessere, delle correnti o dei deputati. Il PD deve essere espressione dei suoi iscritti che, in carne ed ossa, con la fatica dell’agire politico costruiscono una presenza nelle comunità locali.
Occorre valorizzare il ruolo dei nostri amministratori locali che attraverso l’impegno nelle istituzioni quotidianamente si sforzano di dare concreta attuazione ai valori ed ideali. I nostri consiglieri, i nostri assessori, i nostri sindaci devono essere la forza trainante di un partito fortemente innestato nel tessuto sociale. Un forum degli Amministratori Democratici può rappresentare un luogo di incontro e di scambio di buone prassi che rinsaldi legami e proposta politica.
Occorre mettere al centro il Lavoro, come questione qualificante un partito che ricostruisce la propria identità a partire dalle proprie radici nel movimento operaio caratterizzandosi per la presenza politica in tutte le situazione di crisi e per la propria proposta politica a sostegno di ipotesi di sviluppo che promuovano buona occupazione.
Occorre stare accanto ai cittadini e alle comunità, attraverso la riscoperta della rappresentanza quale elemento centrale della definizione di un soggetto politico. Il PD non può che essere il partito di tutti i Produttori, Operai, Agricoltori, Artigiani, Piccoli e Medi Imprenditori, delle Comunità e delle Autonomie Locali per uno sviluppo sostenibile dei territori che ponga al centro la produzione innovativa e ad alta compatibilità ambientale.
Occorre dare spazio a giovani, valorizzando la differenza di genere, cogliendo però il senso profondo delle istanze di rinnovamento e non come semplice opera di maquillage perché non c’è bisogno di rottamazione ma di rigenerazione profonda a partire dalle risorse più fresche, al di la del mero dato anagrafico.
Occorre, soprattutto, tornare all’elaborazione politico-amministrativa. È attraverso i contenuti che il nostro partito deve costruire un legame forte con i territori. Sia se siamo al governo delle amministrazioni locali sia se siamo all’opposizione , dobbiamo distinguerci per una elaborazione profonda e accurata che trovi risposte ai problemi e ai drammi delle comunità. È a partire dai temi e dalle proposte che possiamo ricostruire un proficuo rapporto con le cittadine e i cittadini fuori da ogni logica di scambio o di distorta gestione del consenso.
Nei momenti di crisi non serve incunearsi su se stessi.
Occorre aprirsi al confronto con chi è fuori, intorno.
Partire dai valori fondanti e trasformarli in azione politica.
Il PD non ha bisogno di autoanalisi o di autoflagellazioni, ne di condanne strumentali o di semplicistiche autoassoluzioni.
Il cammino verso il prossimo congresso deve servire a ricostruire il partito e radicarlo nella società.
È il tempo della responsabilità. È tempo di corresponsabilità di gruppi dirigenti capaci di rinnovarsi nel profondo cambiando metodi di selezione e di governo dei processi decisionali.
Occorre partecipazione alle scelte, attraverso regole certe che rispettino le minoranze.
Non operazioni di facciata che lasciano inalterati gli equilibri tra gruppi e correnti che rischiano di fare implodere il PD.
Devono essere l’interesse collettivo e i destini delle comunità a tenere unito il partito, non l’interesse di singoli o i destini di cordata.
Un partito nuovo e rinnovato che offra spazi per una nuova militanza che individui nell’impegno politico il più elevato momento di impegno civile per una società più giusta e più libera.
Abbiamo perso già troppe occasioni. È il tempo di scrollarsi di dosso ogni paura e incamminarsi su strade nuove, consapevoli di radici profonde.
In questo percorso è fondamentale la direzione che Peppino Lupo intende dare alla sua reggenza.
Farid Adly
Bouabid Belhaddad
Giuseppe Campione
Erika Caponetto
Enzo Caputo
Basilio Caruso
Valentina Cassarà
Giuseppe Coci
Gabriella Crupi
Calogero Destro Fiore
Tindara Ferraro
Vincenzo Franchina
Mariangela Gallo
Tindaro Germanelli
Giuseppe Grioli
Santi Interdonato
Teodoro Lamonica
Filippo Lembo
Angelo Libetti
Marco Mancini
Pina Miceli
Paolo Miloro
Sebastiano Noto
Lillo Oceano
Nicola Orlando
Giovanni Pizzuto
Eleonora Randazzo
Paola Rifatto
Alberto Saitta
Rosario Scorsa
Domenico Siracusano
Carmelo Siragusano
Giampiero Terranova
Maria Flavia Timbro
Ciccio Timbro
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