Continua la battaglia per mettere uno stop a quello che viene considerato un balzello ingiusto ed illegittimo, ovvero il pedaggio al casello che impropriamente viene definito di Villafranca, ma che in realtà ricade a Ponte Gallo, in territorio messinese. Una battaglia promossa dal consigliere della VI circoscrizione Mario Biancuzzo, sfociata in una petizione popolare, che ha già dato risultati importanti con oltre 2000 firme apposte sul registro, per dire no a quel pagamento di 1 euro e 20 centesimi, che suona tanto come una beffa.
La raccolta oggi e domani proseguirà a piazza Duomo, chi vorrà, dunque, potrà dire la sua su una questione che da sempre fa registrare le proteste dei cittadini, ma a cui, di contro, fa eco l’assenza delle istituzioni. Intanto Biancuzzo continua da solo la sua lotta, anche se la sua voce è arrivata persino a Roma. Il consigliere si è infatti rivolto anche al premier Paolo Gentiloni, per chiedere l’eliminazione del pedaggio: “La legge – dice Biancuzzo – vieta di tassare l’attraversamento del perimetro cittadino. Quindi il pedaggio di Ponte Gallo, denominato ingannevolmente Villafranca, territorio di Messina, è per legge fuorilegge. Bisognerebbe restituire ai cittadini messinesi gli incassi indebitamente riscossi da 45 anni”.
Tra l’altro il Consigliere di circoscrizione nei giorni scorsi ha anche ricordato un precedente che riguarda Napoli. Il Parlamento europeo infatti, ha dichiarato illegittimo il pedaggio della tangenziale del capoluogo campano, accogliendo un emendamento proposto da un deputato, che riguardava le strade che delimitano aree urbane. A questo punto, secondo Biancuzzo, anche il Governo italiano non potrà non tenere conto del parere dell’Europa sulla vicenda, e dovrà revocare la concessione a quei gestori che esigono il pagamento per transitare su strade urbane.
La raccolta di firme proseguirà con l’obiettivo di arrivare a quota 10.000. Poi Biancuzzo partirà per Roma e consegnerà tutto al presidente del Consiglio Gentiloni, nella speranza che, almeno lui non rimanga indifferente all’appello.
Marika Micalizzi
(178)