Anno nuovo, abitudini vecchie. Ieri sera il Consiglio comunale si è riunito per ore e alla fine non ha prodotto nulla. Il motivo è sempre lo stesso: atti poco chiari o lacunosi presentanti dalla Giunta, interventi – fiume di alcuni consiglieri che sfornano emendamenti, urla e nervosismo. All’ordine del giorno vi era il contratto di servizio delll’Atm, la cui discussione era già stata rinviata lo scorso 23 dicembre (leggi qui: http://www.normanno.com/politica/49487/). E anche questa volta l’Aula non ha approvato l’importante documento, sottolineando alcune anomalie che l’amministrazione adesso dovrà correggere.
Sotto il pressing dei sindacati Ugl e Orsa, presenti in sala consiliare, Claudio Cardile ha fatto notare la prima criticità. Il contratto di servizio, essendo già redatto da un anno, parte dal 2015 ed occorre dunque ridurlo al solo biennio 2016-2017.
L’intervento di Cardile ha di fatto anticipato l’argomento più caldo che da mese rende inquieti i sindacati. L’Aula ha infatti discusso la delibera 11/C che apriva la strada alla privatizzazione dell’azienda, approvata nel 2012 dal Consiglio comunale di allora. E qui si è raggiunta la massima tensione con alcuni rappresentanti sindacali che hanno esposto degli striscioni, invitando i consiglieri ad eliminare ogni possibile rischio che l’Atm finisca presto nelle mani dei privati. Il presidente Barrile si è vista costretta a sospendere i lavori, invitando gli ospiti a ritirare gli slogan ed a rispettare il regolamento.
La discussione è dunque ripresa. L’assessore alla Mobilità Gaetano Cacciola, presente insieme al direttore generale Atm Giovanni Foti, ha invitato l’Aula ad approvare il contratto, fondamentale per il buon funzionamento dell’azienda di via La Farina. Cacciola ha poi assicurato che non vi è alcuna volontà di privatizzare. La palla passa per l’ennesima volta alla Giunta che dovrà nuovamente rivedere il documento, eliminando ogni riferimento ad un eventuale privatizzazione e modificando il piano finanziario che dovrà partire dal corrente anno e non più dal 2015. La discussione riprenderà lunedì.
Intanto l’Orsa interviene predicando prudenza. “Ai limiti della schizofrenia l’intervento dell’assessore Cacciola che ha esordito asserendo che nel Contratto presentato dall’amministrazione non si accenna a privatizzazione e l’obiettivo resta un’azienda pubblica funzionante. Ma subito dopo si è auto-smentito invitato i consiglieri a emendare il suo contratto di servizio per cassare la delibera 11/C che la stessa amministrazione aveva inserito, come dire: noi abbiamo fatto una fesseria, pensateci voi a eliminare gli errori (sic!). Indicativo il silenzio del Direttore Foti che più volte, in riunioni sindacali ufficiali, aveva assicurato che l’ingegner Pizzino avrebbe eliminato la 11/C prima che il contratto fosse sottoposto all’attenzione del Consiglio Comunale”.
“In buona sostanza – precisa l’Orsa – si è assistito a un balletto delle responsabilità, l’amministrazione non poteva ammettere platealmente che l’allarme fosse reale e ha chiesto al Consiglio comunale di metterci una pezza, i consiglieri ribattevano, giustamente, che la responsabilità non era la loro e chi aveva avuto la “svista” di riesumare la delibera della giunta Buzzanca aveva il dovere di eliminarla. Con tale batti e ribatti si è consumata la seduta di ieri, farcita da lunghissime ed estenuanti pause ai limiti di un regolamento che la Presidente Barrile ha tenuto a far rispettare solo quando ha visto sugli spalti la bandiera dell’ORSA e lo striscione di solidarietà della Foscolo Occupata, dimenticando decine di Consigli Comunali precedenti svoltisi fra bandiere di Cgil, Cisl e Uil e striscioni inneggianti a qualsivoglia rivendicazione. All’Orsa sta bene il time-out con la certezza che lunedì l’amministrazione farà il passo indietro su una posizione che avrebbe reso Accorinti come Buzzanca”.
“Le assunzioni di paternità non ci interessano – conclude la nota – servono a chi dovrà giustificarsi con i propri associati ammettendo che il pericolo c’era ed era stato sottovalutato con colpevole sufficienza, ci chiediamo solo come sarebbe andata a finire se nessuno avesse segnalato che nel Contratto di Servizio dell’assessore Cacciola era presente l’iniziativa privatizzante dell’ex assessore Melino Capone”.
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