Il progetto europeo frontierCities, coordinato da Massimo Villari, docente dell’Ateneo peloritano, ha avuto il miglior risultato di tutti i 16 acceleratori di Fiware.
I revisori europei hanno riconosciuto la valenza del lavoro che vede in prima fila l’Università di Messina ed è stato stabilito che sarà adoperato come Best practice per tutti gli altri progetti nello stesso ambito.
Fi-Ware è un progetto mirato a favorire lo sviluppo attraverso il sostegno economico ad idee innovative, nell’ambito delle iniziative di finanziamento europeo a fondo perduto legate alle Smart Cities. Alle piccole e medie imprese e alle startup europee interessate a sviluppare app per la piattaforma Fi-Ware, l’Ue ha destinato direttamente almeno l’80% di un fondo di 100 milioni di euro, attraverso 16 acceleratori: frontierCities è uno di questi.
L’acceleratore frontierCities vanta un’importante presenza di soggetti italiani: l’Università di Messina appunto (che cura aspetti tecnico/scientifici), Innova Bic (a coordinamento delle attività di comunicazione), Engineering – Ingegneria Informatica Spa (la più grande società italiana di software). Gli altri partner sono importanti soggetti europei con competenze ed esperienze specifiche nel management, nello sviluppo d’impresa e nell’innovazione tecnologica: New Frontier Services (Capofila del partenariato, con sede a Bruxelles), Ebn (European Bic Network), Energap (Agenzia per l’Energia slovena) e l’Università di Surrey (United Kingdom).
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