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Tribunale di Mistretta. I sindacati: «No alla chiusura, sì alla riorganizzazione»

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sindacati unitiCgil, Cisl e Uil hanno indetto una manifestazione del personale degli Uffici Giudiziari di Messina e Provincia per venerdì 20 settembre, alle 11.00, di fronte alla Corte d’Appello del Tribunale di Messina. Una mobilitazione per dire “no” alla chiusura del Tribunale di Mistretta e delle sezioni staccate e all’ennesima penalizzazione per lavoratori e cittadini. L’alternativa — per i sindacati — starebbe invece in «una riorganizzazione vera della Giustizia che renda anche il nostro territorio più coeso, più competitivo, più capace di generare sviluppo». 

«Abbiamo manifestato — scrivono in una nota — le nostre preoccupazioni e fatto proposte ciò non vuol dire opporsi a qualsiasi cambiamento, ma avere il tempo di progettare insieme i cambiamenti che servono davvero a far funzionare meglio l’amministrazione giudiziaria. Non abbiamo ottenuto nessuna risposta convincente. Ma non possiamo permettere, nell’interesse dei cittadini e dei lavoratori dei tribunali, che invece di un percorso coerente di efficienza si porti avanti un progetto sbagliato».

«La chiusura del Tribunale di Mistretta e delle sezioni staccate — proseguono i sindacati — avrà gravi ripercussioni negative non solo sui lavoratori ma anche sulla nostra comunità. Una spoliazione del territorio, diretta conseguenza della logica dei tagli lineari eseguiti sui servizi fondamentali della collettività senza alcuna attenzione ai bisogni delle persone e delle imprese. Il piano del Ministro non può funzionare così com’è. Per fare una riforma seria non serve chiudere tribunali, non bastano le deroghe.

Bisogna mettere mano a una riorganizzazione vera, in grado di generare efficienza e conseguenti benefici per l’economia, tagliando uffici che occupavano immobili a costo zero, procedendo ad accorpamenti verso sedi che non hanno spazi idonei per ospitare personale arredi e atti. Con ciò innescando il ricorso a nuovi contratti di locazione con grave danno per l’erario».

«I risparmi che derivano dalla chiusura di una sede importante come quella di Mistretta e delle sezioni staccate sono fittizi — concludono —, un’operazione di puro e semplice ridimensionamento che allontana lo Stato dal nostro territorio, dai cittadini e dalle imprese. Una riforma che si possa definire tale dovrebbe permettere di modernizzare le procedure grazie alla digitalizzazione, di istituire programmi efficaci per il controllo di gestione, e di riorganizzare gli uffici mettendo al centro il servizio e valorizzando soprattutto le professionalità interne: rinforzare organici carenti, individuare nuove funzioni da affidare al personale non togato e velocizzare i tempi. Una riorganizzazione che consenta di realizzare gli obiettivi prefissati deve essere necessariamente partecipata e condivisa, portata avanti attraverso relazioni sindacali corrette a tutti i livelli. A partire da quello locale: per questo chiediamo un incontro immediato a Mistretta».

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