Dopo la presentazione della nuova mappa sanitaria della Sicilia da parte dell’assessore regionale Baldo Gucciardi, che vede oltremodo penalizzata la sanità messinese, interviene l’area medica di Uil-Fpl. I sindacalisti si dicono pronti ad inscenare proteste eclatanti che coinvolgano la cittadinanza.
“Siamo esterrefatti rispetto all’atteggiamento dell’assessore alla salute Baldo Gucciardi- scrivono in una nota il segretario generale Uil- Fpl Pippo Calapai e il responsabile dell’area medica del sindacato Mario Salvatore Macrì- il quale meno di un mese addietro pubblicava i decreti attuativi della legge 24 che di fatto salvava l’ospedale Piemonte. Oggi apprendiamo che la proposta della nuova Rete ospedaliera decapita il Pronto soccorso perché taglia in maniera indiscriminata alcuni reparti. Di fronte al teatro dell’assurdo proposto da questo governo regionale intendiamo promuovere nuove iniziative volte al coinvolgimento della cittadinanza”.
“Il governo regionale – aggiungono i sindacalisti – dimostra di non avere nulla da invidiare ai Cinquestelle che stanno manifestano la propria incapacità a governare. Ci auguriamo, restando in tema di politica, che vi sia una levata di scudi corale da parte di chi ha sostenuto la legge 24 ‘salva-Piemonte’, in Commissione regionale Sanità dove la deputazione messinese è ben rappresentata. In quella sede la proposta dell’assessore Gucciardi potrà essere modificata. Tuttavia – proseguono – non comprendiamo come l’assessore possa eliminare dei reparti con un colpo di spugna quando la fusione del Piemonte con il Nerurolesi è stata avallata da una legge regionale approvata dall’Ars. Riteniamo che ogni modifica di tale legge debba passare dall’Aula e non attraverso un decreto assessoriale. Ci allarma inoltre la situazione degli altri ospedali della Provincia, la nuova rete ospedaliera penalizza oltremodo la Sanità messinese”.
Infine, dalla Uil-Fpl parte una richiesta in ordine alla firma dei contratti da parte del personale che ha optato per l’IRCCS-Neurolesi. “Stante questa situazione – affermano Calapai e Macrì – sarebbe il caso che la procedura venisse congelata in attesa della definizione della nuova rete ospedaliera. Non vorremmo ritrovarci di fronte ad un caso paradossale di eccedenza di personale da ricollocare”.
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