Sei pullman e decine di auto. Saranno oltre 500 i messinesi domani a Palermo per la mobilitazione che vedrà in piazza la Cisl nell’iniziativa regionale “100 piazze per il lavoro che non c’è”. Lotta alla precarietà, soprattutto giovanile, e tutela dei redditi di lavoratori e pensionati saranno i temi del “Jobs day” sui quali la Cisl Messina, a livello territoriale, nei giorni scorsi ha coinvolto le rappresentanze politiche messinesi all’Ars, alla Camera, al Senato e tutti i componenti del Tavolo Uniti per Messina.
Sui temi della mobilitazione, la Cisl ha avviato, nell’ultima settimana, una capillare azione di informazione e sensibilizzazione attraverso cartellonistica e stand nei centri commerciali di tutta la provincia.
«Il nostro territorio – scrive Genovese ai rappresentanti di Uniti per Messina – necessita di un’azione congiunta del mondo del lavoro e delle professioni, così bistrattato e lontano dalle azioni della politica e degli amministratori locali».
Alla deputazione regionale e nazionale Genovese ha chiesto di fare la propria parte per affrontare concretamente le emergenze: economica, sociale e amministrativa che si potrà realizzare attraverso azioni coordinate sul territorio.
«Riteniamo – continua Tonino Genovese – vi sia una grande priorità, il lavoro che non c’è. A soffrire sono giovani e meno giovani, per questo motivo necessitano politiche straordinarie che attraggano concretamente investimenti e ne aiutino la realizzazione, politiche di risanamento e riduzione degli sprechi, un taglio eccezionale delle tasse generali e locali, per far ripartire i consumi e il ciclo produttivo. Si deve lavorare per cancellare tutte le forme di precarietà, soprattutto giovanile. La gravissima situazione economica, finanziaria e sociale della Sicilia e del territorio messinese caratterizzato da durissime vertenze occupazionali – continua Genovese – non potrà risolversi senza azioni urgenti che favoriscano investimenti e nuovo lavoro, politiche di ristrutturazione della spesa e di risanamento del debito».
Per la Cisl occorrono politiche per l’attrazione di investimenti, e anticicliche, per rivitalizzare l’economia locale, politiche di risanamento e riduzione degli sprechi – partecipate, appalti, costi standard –, l’utilizzo efficace delle risorse per mettere in moto economia locale, e per offrire servizi adeguati a sostenere il disagio sociale crescente, azioni per l’emergenza amministrativa che ha infilato la Sicilia, con tutti gli enti locali, in un circolo vizioso: meno occupazione, meno entrate erariali, taglio dei servizi e dell’assistenza, aumento della tassazione locale.
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